Il Fatto 10.3.18
“Il Pd per salvarsi deve far fuori Renzi, poi allearsi con i 5Stelle”
Messaggio al Nazareno: “I dem devono sostenere un governo grillino ma senza partecipare con i ministri. Ora tocca a loro”
Filosofo e politico, Massimo Cacciari è stato sindaco di Venezia per 13 anni (non consecutivi)
intervista di Lorenzo Giarelli
Ogni
accordo di governo tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico,
al momento, è lontano. Oltre all’intesa politica sembra esserci di mezzo
un rancore di fondo, quello che il giorno dopo le elezioni ha fatto
dire a Matteo Renzi di non voler mai sostenere chi ha definito i dem
“corrotti, mafiosi e collusi”.
Massimo Cacciari, anche questa componente potrebbe avere un peso?
Mi
pare che queste spiegazioni psicologiche c’entrino poco e non siano
decisive per determinare le scelte. Il Partito democratico ha talmente
tanti guai interni che non ha neanche il tempo di pensare ai rancori.
Quindi non è quello il motivo che tiene lontani Pd e 5 Stelle?
Il
nodo centrale adesso è la disfida interna al Pd. Renzi si è mangiato il
partito e ha finito per mangiare pure se stesso. Questi problemi si
risolverebbero con una direzione seria, con qualcuno in grado di
prendere decisioni che vadano oltre Renzi.
La strada, quindi, sarebbe superare il segretario e guardare ai 5 stelle?
Mi
sembra l’unica posizione possibile. Da questa disfatta il Pd potrebbe
uscirne bene soltanto se ammettesse la sconfitta, riconoscesse la
vittoria del Movimento 5 Stelle e si rendesse disponibile a sostenere un
governo monocolore dei grillini.
Perché monocolore? A quel punto non potrebbe avanzare qualche pretesa?
Non
gli converrebbe, avrebbe tutto da perdere. Condividere responsabilità
di governo in questo momento sarebbe un suicidio, anche perché gli
elettori hanno parlato chiaro, sfiduciando il partito.
Quindi?
Quindi
è giusto che il Movimento costruisca un governo da solo, con i suoi
ministri, e che il Partito democratico valuti volta per volta le
proposte da votare.
Ma così non sarebbe una maggioranza troppo fragile?
Se
il Pd presentasse una proposta del genere ai 5 stelle, il cerino
passerebbe in mano ai grillini. Per quanto debole possa essere questo
tipo di sostegno, non credo che il Movimento potrebbe dire “no grazie”
ai dem e rifiutarsi di fare un governo.
La base del Pd come la prenderebbe?
Mi
sembra che la base abbia già dato brutti segnali con il voto se è per
questo. Ma se andiamo a vedere i flussi elettorali si vede chiaramente
che tre quarti dei voti fuoriusciti dal Pd rispetto alle elezioni del
2013 li ha intercettati il Movimento 5 stelle. C’è molta più omogeneità
tra le loro basi di quanta ce ne sia tra centrosinistra e centrodestra.
Ci sono alternative a un’intesa tra Pd e 5 Stelle?
Mettere
d’accordo la Lega e i grillini su un governo è impossibile. Il popolo
dei 5 stelle, al contrario di quanto sostiene qualcuno, non è certo di
destra e sopporterebbe molto male ogni tipo di accordo con Salvini. Ma
anche il leader leghista non ce lo vedo proprio a spaccare il
centrodestra per andare a fare il secondo a Di Maio. Altre soluzioni non
ce ne sono, visto che Berlusconi e quel che resta del Pd, anche
volendo, non hanno i numeri.
Quello di un accordo tra 5 stelle e Pd è più una speranza o una previsione?
Allo
stato attuale non è fattibile, purtroppo. Bisognerebbe superare Renzi e
in questo momento nel Pd non c’è nessuno in grado di farlo .
Se
il Pd e i 5 Stelle faticano a dialogare, i cosiddetti poteri forti – dai
grandi giornali a Confindustria – ci hanno messo poco a riposizionarsi
nei confronti del Movimento. La stupisce?
Per niente. È l’Italia eterna, la miserabile Italia eterna che sta sempre con chi vince. Come si dice: “Primum vivere”.