Cottiere 7.3.18
Sposetti: «Renzi? La base lo processi Un esecutivo serve, M5S non pericolosi»
di Tommaso Labate
ROMA
«Renzi e l’attuale direzione del Pd non sono degni di affrontare il
dibattito su quello che dovrà fare da ora il partito. Sono indegni. Lui e
la sua cerchia sono delinquenti seriali che hanno distrutto la sinistra
e rotto l’idea di comunità. Proporrò la costituzione di “Comitati 5
marzo” per la rinascita del Pd. I circoli devono autoconvocarsi per
esaminare il risultato elettorale ed elaborare proposte per tornare a
essere un partito vero. Renzi va processato. Ha capito bene,
pro-ces-sa-to».
Ugo Sposetti ha sempre pesato le parole. E per lo
storico tesoriere del Ds, senatore uscente del Pd, «partito» e
«segretario» sono parole sacre. Se oggi parla «di processare Renzi»,
citando il Pasolini del processo alla Dc, è perché «ci ha portati in una
situazione peggiore a quella del ’48. Qua non è rimasto nulla. Lui ha
distrutto tutto».
Perché, secondo lei?
«La sconfitta di domenica è figlia di arroganza politica, boria, pressappochismo, visione miope».
In fondo, ogni sconfitta...
«Questa sconfitta non è “ogni sconfitta”. Dietro questa c’è anche l’insano gusto del potere che pervade ogni azione di Renzi».
Renzi ha annunciato le dimissioni.
«Ma
quali dimissioni? Tutto quello che sta facendo Renzi in questi giorni e
in queste ore è dettato da un vero e disgustoso attaccamento alla
poltrona. Per questo non esiste altra via che quella di un vero e
proprio processo politico a Renzi da parte della nostra gente».
Non lo chiama più segretario, eppure ha rifiutato di seguire D’Alema.
«La
scissione è stata sbagliata e infatti ha generato risultati disastrosi.
Quanto a Renzi, è solo uno a cui bisogna ribellarsi subito. Lo sa che
hanno fatto la sera delle candidature? Si erano accorti che non avevano
un numero sufficiente di donne nelle liste e le hanno inzeppate di
pluricandidature della Boschi, della De Giorgi. Tutto per eleggere altri
maschi fedeli e senza che le donne alzassero un dito per protestare
contro questo scempio. Ma è politica, questa? E non dimentico scelte
come Casini a Bologna».
Casini però ha vinto.
«Casini ha profanato le case del popolo. Lo scriva bene. E io, dov’è passato Casini, adesso devo andare a pulire».
Chi dovrebbe decidere cosa deve fare il Pd adesso?
«Si formino i gruppi parlamentari. Si autoconvochino, votino, decidano».
Lei che cosa farebbe?
«Io
non mi sono ricandidato. Il 60% degli italiani ha votato per abbattere
un regime. E sa chi era quel regime? Era il Pd di Renzi. Io con i regimi
non ho nulla a che fare».
Il Pd dovrebbe sostenere un governo?
«Il Paese ha bisogno di un governo».
Di Maio sarebbe in grado?
«Ricordo
trent’anni fa quando osservavo in Senato Bossi, da solo, il primo
leghista piombato a Roma. Perché io osservo, sa? Ho osservato anche i
Cinque Stelle. Sono migliorati molto negli ultimi cinque anni. Non sono
pericolosi né li ho mai considerati un pericolo».
Le hanno fatto la guerra sui vitalizi, Sposetti.
«Quella
è la loro legittima battaglia politica, che io ovviamente non
condivido. Ma va riconosciuto che fanno battaglie politiche, loro. Non
personali».
Altro riferimento a Renzi?
«A Renzi va soltanto impedito di fare altri danni a se stesso, al partito, alla sinistra, al Paese».
Chi dopo di lui?
«Non è l’ora di nomi».
Sulla scrivania ha i ritagli sulla vittoria di Zingaretti.
«Da
cittadino del Lazio spero che continui a governare bene. Da militante
apprezzo la sua capacità di aver tenuto insieme la sinistra, portandola
alla vittoria».
Calenda ha preso la tessera del Pd.
«C’è bisogno di gente che voglia dare una mano».