martedì 6 marzo 2018

Corriere 6.3.18
L’ira dei senegalesi: «Ora basta»
Il corteo nel cuore della città. Cartelli usati come bastoni, danni a cestini e fioriere
di Jacopo Storni


Firenze Gli occhi rossi di rabbia e le mani al cielo per invocare la rivolta. «Basta razzismo», urlano brandendo cartelli stradali usati come bastoni. Spaccano transenne, vasi da fiori, cestini della spazzatura.
Sembra la rivolta di Rosarno, invece è il centro storico di Firenze. Cento senegalesi, a poche ore dall’uccisione del connazionale Idy Diene, sfogano la loro rabbia per le vie della città. «Siamo stanchi di questo razzismo». Hanno ancora negli occhi le immagini della strage di piazza Dalmazia, che sette anni fa tolse la vita a due venditori ambulanti. «Non possiamo assistere a questi omicidi senza far niente».
Il corteo all’inizio si era mosso in modo pacifico. Proprio da Ponte Vespucci, dove si è consumato l’omicidio. Tra i partecipanti tanti venditori ambulanti. Hanno appreso la notizia dagli amici e si sono precipitati sul ponte. La voce si è sparsa rapidamente e via via si sono aggiunti altri senegalesi. In segno di vicinanza, entra nel corteo anche l’assessore comunale alle Politiche sociali Sara Funaro.
Arrivati in piazza della Signoria, sotto il Comune una delegazione viene ricevuta dal sindaco Dario Nardella. La situazione sembra calmarsi, ma nel frattempo in piazza Signoria arrivano i parenti dell’uomo ucciso. La cugina piange. Urla di dolore e rabbia che accendono la protesta. All’improvviso, in assenza dei loro portavoce impegnati col sindaco, scelgono di partire autonomamente in direzione della stazione di Santa Maria Novella: «Blocchiamo i binari» minacciano. Attraversano via Calzaiuoli, la storica via dello shopping fiorentino, distruggono fioriere e cestini della spazzatura. Alcuni turisti si barricano nei negozi.
Poi il corteo arriva in piazza Duomo dove vengono divelte delle transenne. «Siamo stanchi di essere trattati in questo modo, gli italiani sono razzisti». La situazione sembra fuori controllo. Nel corteo ci sono anche esponenti di centri sociali, se la prendono con un fotografo, si sfiora la rissa.
In via Cerretani, il traffico si blocca, volano calci contro le vetrine dei negozi. I senegalesi si avvicinano alla stazione. Sollevano altri cartelli stradali, spostano le transenne, le riversano a terra. Solo a questo punto entrano in azione i poliziotti in tenuta antisommossa. Arriva anche Pape Diaw, uno degli storici portavoce della comunità. Parla coi suoi connazionali riportando la calma. «Comprendiamo il dolore ma qualunque forma di violenza contro la città è inaccettabile» dice Nardella. Lungo le vie del centro restano i segni della rivolta.