Corriere 30.3.18
L’intervista Davide Casaleggio
«Intese? Conta la volontà popolare. Non temiamo di tornare alle urne»
Lo stratega M5S: l’accordo sul Senato ha evitato un condannato ai vertici dello Stato
intervista di Emanuele Buzzi
Davide
Casaleggio, che idea si è fatto del quadro politico post voto? È
possibile un accordo con Lega? E col Pd? A cosa potrebbe rinunciare il
Movimento per creare un asse di governo?
«Delle soluzioni se ne
sta occupando Luigi Di Maio e sta gestendo questo momento in maniera
impeccabile. Per il resto la mia unica valutazione è che mi auguro che
la volontà popolare venga rispettata».
Il Movimento però da solo non ha la maggioranza, secondo lei torneremo alle urne?
«La decisione di sciogliere le Camere spetta al capo dello Stato. Di certo non abbiamo mai temuto le consultazioni popolari».
Valeva
la pena votare, tra vostri mal di pancia, una forzista come Maria
Elisabetta Casellati pur di vedere Roberto Fico presidente a
Montecitorio?
«L’accordo raggiunto ha permesso di evitare che un
condannato in via definitiva diventasse la seconda carica dello Stato,
una cosa che per i valori del Movimento sarebbe stata inaccettabile».
Cosa avrebbe detto suo padre di una situazione come quella attuale?
«Di
sicuro sarebbe stato felice per l’elezione di Roberto Fico e orgoglioso
per il metodo di totale trasparenza che Di Maio sta portando avanti».
Tra una settimana a Ivrea c’è Sum, che si porta addosso l’etichetta di Leopolda dei 5 Stelle...
«Sum
nasce per ricordare mio padre e si fonda sull’impegno dei volontari
dell’Associazione Gianroberto Casaleggio, che non hanno nulla a che fare
con la politica. Lo scopo di Sum è offrire spunti di dibattito e idee
per capire il futuro, uno spirito ben diverso da quello della Leopolda».
Però è ovvio che ci sia un legame con il Movimento.
«Alcuni
sostenitori del Movimento hanno conosciuto di persona mio padre e sono
legati all’Associazione da un profondo affetto nei suoi confronti.
Chiunque abbia avuto l’opportunità di conoscerlo non può che sentire la
mancanza del suo sguardo lucido e visionario e della sua capacità di
immaginare scenari futuri».
Avete lanciato un manifesto: come pensate di renderlo operativo?
«Durante
le cene di Roma e Milano abbiamo chiesto agli associati di indicarci
quali siano i temi di maggiore interesse. Il 7 aprile presenteremo i
risultati e annunceremo le prossime iniziative culturali».
Ha parlato di venti cene per promuovere l’Associazione: quando e come le farete?
«Non
c’è ancora un calendario, lo costruiremo strada facendo anche sulla
base delle proposte e delle idee degli associati. Certamente la formula
sarà la stessa di Roma e Milano».
Per ora vi siete finanziati con la quota associativa, cambierete pelle aprendo a donazioni più rilevanti?
«L’associazione
è fatta di persone che aderiscono a titolo personale. Abbiamo fissato
una quota annuale che è simile a quella di altre associazioni culturali.
Se qualcuno vorrà sostenerci in modo economicamente più rilevante,
valuteremo caso per caso».
È cambiato qualcosa dopo il 4 marzo? Ricevete più attenzioni?
«Certamente
c’è più attenzione, ma l’affetto già c’era e continua a esserci. Molti
degli associati conoscevano mio padre di persona e impegnano energie e
risorse per tenere vivo il suo ricordo e proseguire sulla strada da lui
tracciata».
Quali saranno i temi portanti?
«Si parlerà del
futuro della tecnologia, dell’energia, della filosofia, della
democrazia, ma anche del futuro della parola e in generale dell’uomo».
Come avete scelto i relatori?
«Sum
è un evento apartitico e apolitico che riunisce relatori di prestigio e
provenienti dai più diversi ambiti. L’importante è che abbiano qualcosa
da dire, per storia personale o professionale, perché lo scopo è
stimolare riflessioni sul futuro, come riusciva a fare mio padre».
Lei è presidente anche di Rousseau. La piattaforma è stata nel mirino negli ultimi mesi. State cambiando qualcosa?
«Ci
sono molte novità: siamo in pieno fermento. Stiamo lavorando su un
percorso meritocratico per le selezioni dei candidati che sarà altamente
innovativo. Presto partirà anche la Rousseau Open Academy con dei
percorsi di formazione. Per quanto riguarda la piattaforma l’obbiettivo
principale è l’integrazione con la blockchain per migliorare tutto il
sistema e la sicurezza».
Si è parlato dello spostamento di Pietro
Dettori da Milano a Roma come di un modo da parte sua di controllare il
gruppo parlamentare.
«Una polemica senza senso».