Corriere 28.3.18
20 anni di pillola blu Una scoperta per caso
Ideata contro l’ipertensione, così ha distrutto un tabù
Felici
gli uomini, felice la Pfizer: dal ‘98 al 2017 ha incassato 32,6
miliardi di dollari. Con buona pace di angina e ipertensione.
di Elvira Serra
Ha
salvato matrimoni, ne ha distrutto altri. Ha liberato parecchi giovani
dall’ansia da prestazione e ha regalato spensieratezza a chi la gioventù
l’aveva superata da un pezzo. È entrato silenziosamente negli
armadietti dei nostri bagni grazie a quel colore innocuo da Grande
Puffo, che richiamava semmai una zigulì e non un farmaco studiato contro
la disfunzione erettile.
Il Viagra compie vent’anni e in quattro
lustri ha conquistato un primato su tutti: è la tipologia di farmaco più
contraffatta al mondo. Era il 27 marzo 1998 quando la Food and Drug
Administration, l’agenzia statunitense che regolamenta i prodotti
alimentari e farmaceutici, ne autorizzava l’ingresso nel mercato. Nelle
prime due settimane furono fatte 150 mila prescrizioni. Finalmente c’era
un antidoto al vecchio tabù. Chi non lo acquistava per l’innominabile
impotenza, lo provava per migliorare le performance.
In Italia si
calcola che siano state vendute 86 milioni di pillole blu agli over
quaranta, ma un consumatore su quattro ha molti anni di meno. A
favorirne buona stampa sono stati i testimonial internazionali, da Pelé
(«Parla col tuo medico, io lo farò!») al candidato alle presidenziali
Usa del 1996 Bob Dole (lui non ci fece una bella figura). Hanno ammesso
di averlo provato attori del calibro di Michael Caine (salvo non
chiarire se a quella prova c’è stato un seguito), l’ex portiere della
nazionale Stefano Tacconi (solo per curiosità), gli scrittori Francesco
Alberoni e Luciano De Crescenzo (quest’ultimo mandava in farmacia il
giovane segretario Eddy). Il milionario della Virgin Richard Branson
raccontò effetti collaterali irripetibili (che tuttavia non ebbe pudore a
condividere). Jack Nicholson ammise, bontà sua, di farne uso solo se in
compagnia di più di una donna.
Gene Gnocchi la sua prima volta la
racconta a modo suo: «Ho investito in Viagra quando ho abbracciato la
professione di toy boy». Ma al netto delle battute, è preparato sul
tema: «Il principio attivo era stato impiegato dalla Pfizer come rimedio
contro l’angina pectoris e l’ipertensione e aveva come effetto
collaterale l’aumento delle erezioni». L’ha provato, sì, come forse non
dicono tutti. «Un mio amico preferisce il Cialis, perché ha un effetto
prolungato e ti permette di bere qualcosa se vai fuori a cena». La
pillola blu è definitivamente entrata nelle conversazioni da bar e, per
quel che può valutare lui da quanto gli raccontano gli altri, «i
vantaggi superano le controindicazioni perché è un’arma che ti fa stare
bene e ti consente di godere del sesso anche dopo una certa età».
Vent’anni
sono tanti e adesso del Viagra ci sono più giovani ed efficaci eredi,
dai biofilm sublinguali alle creme che vanno nel canale uretrale. «Sono
sempre a base di Sildenafil. L’importante è parlarne con un medico»,
raccomanda Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di
andrologia.