lunedì 26 marzo 2018

Corriere 26.3.18
Un’Italia più filorussa? Primo bivio per i vincitori
di Maurizio Caprara


Anche se adesso non si conoscono il perimetro della sua maggioranza e chi lo guiderà, il prossimo governo italiano sarà più filo-russo dei precedenti, già molto disponibili verso un Paese dal quale acquistiamo circa il 38% del gas e il 18% del petrolio che consumiamo. Questa prospettiva si delinea mentre i margini per agire a favore dello Stato presieduto da Vladimir Putin si restringono a causa di circostanze evidenti.
Per rispondere agli avvelenamenti dell’ex spia russa Sergej Skripal e della figlia Yulia compiuti a Salisbury a inizio marzo — attribuiti a mani di Mosca dalla Gran Bretagna con una versione accreditata dall’Unione Europea — oggi i rappresentanti permanenti dei 28 Stati dell’Ue esaminano a Bruxelles quali altre misure aggiungere al richiamo per consultazioni dell’ambasciatore europeo dalla Russia. In attesa di sapere quali Paesi espelleranno diplomatici russi accusati di spionaggio, come ha deciso il Regno Unito, e in che cosa consisteranno ulteriori misure di singoli Stati, il futuro governo italiano avrà di sicuro scadenze importanti di fronte a sé.
Le sanzioni europee contro persone e aziende che hanno agito contro l’integrità territoriale dell’Ucraina sono state confermate, il 12 marzo, fino al 15 settembre prossimo. Le sanzioni dovute al medesimo motivo che colpiscono attività economiche in Russia saranno in vigore fino al 31 luglio e prima di allora andranno soggette a riesame. Lo stesso accadrà per i provvedimenti contro gli scambi con la Crimea, che la Russia si è annessa nel 2014 sottraendola all’Ucraina, validi fino al 23 giugno.
L’Italia, pur rispettandole, non ha nascosto mai insofferenza verso quelle sanzioni. Adesso che gli assetti della scorsa legislatura sono stati squassati dalle elezioni del 4 marzo, nel nuovo Parlamento hanno pesi notevoli sia la Lega di Matteo Salvini sia Forza Italia di Silvio Berlusconi sia 5 Stelle, forze che verso Putin hanno atteggiamenti tra l’amichevole e il sostenitore. Potrebbero spingere il governo italiano a schierarsi contro le sanzioni. Ma anche senza arrivare a mosse così radicali, tali da determinare uno strappo con partner europei, è probabile che le tre formazioni cercheranno di intensificare i rapporti con Mosca ancor più di quanto hanno fatto i governi guidati dal Partito democratico.
Al di là di se sia giusto o meno, due sono le direttrici lungo le quali il prossimo governo potrebbe fornire sponde al Cremlino mentre aumentano i rischi di collisione con l’Ue. La prima può essere quella di appellarsi a un impegno europeo a favorire relazioni con la società civile russa per spingere la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Bers, a concedere finanziamenti a piccole e medie imprese (pmi) dello Stato sottoposto a sanzioni.
La seconda, tutta da costruire, può consistere nell’appoggiare una proposta di Putin: formare una forza multinazionale per mantenere una pace da inviare nel Donbass, parte dell’Ucraina nella quale si combattono indipendentisti pro-Russia e forze di Kiev.
Il danaro della Bers potrebbe essere utilizzato interpretando in questo senso parte di un programma accolto dal Consiglio Affari esteri, nel 2016, su iniziativa dell’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Federica Mogherini. Il quinto punto raccomandava di contribuire a rafforzare la società russa, considerata come entità che non coincide con lo Stato. Sulla scia di quanto indicato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano l’ambasciatore d’Italia a Mosca Pasquale Terracciano, di recente, ha spiegato l’intenzione italiana sulle pmi ai suoi colleghi europei e all’americano John M. Huntsman. Tesi esposta: aiutandole risalterebbe che le sanzioni colpiscono grandi gruppi russi dell’energia e aziende con sedi in Crimea.
Una forza multinazionale per il Donbass, giudicata a Ovest una possibile legittimazione del controllo di territorio da parte degli indipendentisti, non nascerà senza avalli dell’Onu. Ma se si formasse, un’Italia più filorussa le negherebbe militari?
Occorrerà stare attenti, tenersi su una linea realista senza staccarsi dai nostri alleati. E senza sconfinare dalla prudenza al bendarci gli occhi davanti all’attivismo, non delicato, dell’ex agente del Kgb Putin.