sabato 24 marzo 2018

Corriere 24.3.18
Calderoli e gli insulti a Kyenge «Potrà essere processato»


Non può godere dell’«insindacabilità» concessagli dal Senato Roberto Calderoli, che nel 2013 insultò l’allora ministro dell’Integrazione Cecilia Kyenge, chiamandola «orango». Lo ha deciso la Corte costituzionale, accogliendo il ricorso del Tribunale di Bergamo che aveva sollevato il conflitto di attribuzione nei confronti del Senato, in relazione alla deliberazione con cui l’assemblea di Palazzo Madama aveva affermato che le opinioni del senatore erano «espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle sue funzioni» e, dunque, «insindacabili». Kyenge — queste le parole del senatore — «sarebbe un ottimo ministro, ma dovrebbe esserlo in Congo non in Italia»; Calderoli aveva poi attribuito «sembianze di orango» alla ministra. Le opinioni espresse da Calderoli, rileva la Consulta, non hanno «alcun nesso funzionale con l’esercizio dell’attività parlamentare» .