Corriere 1.3.18
Brexit, negoziati in crisi
La premier Theresa May: «La Ue vuole smembrarci. Le proposte dell’Europa minacciano l’integrità del Regno Unito»
L’Europa fa muro sull’Irlanda May più debole
di Luigi Ippolito
Londra
Le proposte europee «minacciano l’integrità costituzionale del Regno
Unito»: la premier di Londra Theresa May è stata netta nel respingere al
mittente la bozza di trattato sulla Brexit presentata ieri da
Bruxelles. E ha in sostanza accusato la Ue di voler smembrare la Gran
Bretagna: «Nessun primo ministro britannico potrebbe mai acconsentire e
io lo metterò assolutamente in chiaro», ha tagliato corto.
Il nodo
del contendere è, ancora una volta, l’Irlanda del Nord. Il documento di
120 pagine prodotto ieri da Bruxelles prevede la possibilità che la
provincia resti nell’unione doganale con la Ue, per di più sottoposta
all’autorità della Corte europea di giustizia: l’obiettivo è mantenere
il nord e il sud dell’isola in un’«area comune» dopo la Brexit, in modo
da evitare il ritorno di un confine fisico fra le due Irlande.
Dopo
l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, infatti, la frontiera fra la
Repubblica di Dublino e l’Ulster diventerebbe l’unica demarcazione
terrestre fra Regno Unito e Unione Europea e dovrebbe quindi essere
sottoposta a controlli doganali. Ma uno dei cardini degli accordi di
pace del Venerdì Santo — di cui quest’anno cade il ventennale — che
misero fine a decenni di guerra civile in Irlanda del Nord, è proprio la
totale permeabilità del confine: resuscitare le barriere incrinerebbe
questo equilibrio e potrebbe riaccendere le tensioni sull’isola.
Per
evitare tutto questo il testo europeo prevede che l’area pan-irlandese
sia distinta dalla Gran Bretagna per quanto riguarda le dogane, la
circolazione dei beni, l’agricoltura, l’ambiente, l’iva, gli aiuti di
Stato e il mercato dell’energia. Addirittura, sarebbero previsti
controlli doganali sulle merci che entrano nell’Irlanda del Nord dalla
Gran Bretagna. Non stupisce dunque che la May abbia affermato che «il
testo pubblicato dalla Commissione, se applicato, minerebbe il mercato
comune britannico e minaccerebbe l’integrità costituzionale del Regno
Unito creando un confine lungo il Mar d’Irlanda».
Ancora più dura
la reazione degli unionisti nordirlandesi, i cui voti in Parlamento sono
necessari per la sopravvivenza del governo May, che non ha di per sé la
maggioranza: «Non stiamo lasciando l’Unione Europea per sovrintendere
allo smembramento del Regno Unito», ha detto il capogruppo a Westminster
Nigel Dodds.
Altrettanto decisa l’opposizione degli ultrà della
Brexit in seno al partito conservatore, per i quali le proposte di
Bruxelles sono «completamente inaccettabili» ed equivalgono a
un’annessione di fatto dell’Irlanda del Nord alla Repubblica di Dublino.
Ma
la posizione del governo di Londra è resa più debole dalla svolta
laburista di lunedì, quando Jeremy Corbyn ha annunciato che il suo
partito è favorevole alla permanenza di tutta la Gran Bretagna in una
unione doganale con la Ue: se così fosse, il problema irlandese sarebbe
automaticamente risolto. Questa posizione trova anche il consenso di una
pattuglia di deputati conservatori filoeuropei, ma è respinta dalla May
e dal suo governo in quanto considerata una tradimento dello spirito
della Brexit.