Corriere 19.3.18
Antonio Gramsci: ha dna comunista ma ha tradito l’Urss
Il nipote del filosofo: io l’ho votato
di F. Bat.
MOSCA
«Sono andato a votare solo perché nei seggi davano la farina gratis, e
mia madre mi ha chiesto di farle la spesa…». Ride per non piangere: di
tutte le campagne (elettorali) di Russia che ha visto, ad Antonio
Gramsci mancava solo questa. «Una cosa ridicola. Però, nonostante
tutto…».
È facile immaginare per chi abbia votato lei…
«L’oppositore
comunista di Putin stavolta non l’ho scelto. Se si tratta di scegliere a
chi dare il bottone rosso della guerra nucleare, meglio Putin».
Gramsci
è morto, il comunismo è morto e anche lui non si sente troppo bene: a
52 anni, da tutta la vita a Mosca, il nipote musicista del fondatore del
Pci non sente più grandi richiami da sinistra. E sta col miglior amico
delle destre: «Oggi, io sono più anarchico che comunista. Se fossi in
Italia, chissà, forse starei con Beppe Grillo…».
Si riconosce in questa Russia?
«Io
rimpiango in parte il periodo tardo sovietico. Prima della mia nascita e
per tutta la mia infanzia. Da Krusciov a Breznev. Prima
dell’Afghanistan e di Gorbaciov. Anni dinamici, interessanti, di grandi
speranze».
Che Putin sarà?
«Vuole entrare nella storia. Non
pensa più ai suoi vantaggi: vuole recuperare il vecchio splendore
imperiale, combattere la corruzione ai bassi livelli. La sua debolezza è
che dipende ancora troppo dai suoi ex colleghi dei servizi».
Come nasce questa sua strapotenza?
«Con
gli errori occidentali degli anni 90. Quando la Nato s’è allargata
inglobando l’ex Patto di Varsavia. Gorbaciov e Eltsin hanno concesso, ci
hanno umiliato. E la guerra nell’ex Jugoslavia è stata la svolta.
Quella era la nostra zona d’influenza».
Anche Putin è cresciuto nel mondo sovietico…
«Il
suo passato comunista ha lasciato tracce. L’archetipo è quello. Di
sovietico, però, non ha quasi più nulla. Lui dice di rimpiangere l’Urss,
ma l’ha tradita completamente. Niente servizi sociali, tutto
privatizzato».
Le sanzioni vanno tolte?
«Certo. Sono un
errore. Da allora molti settori della nostra economia sono diventati
autosufficienti. E l’economia italiana ne è uscita distrutta. Gli
italiani dovrebbero fare un referendum popolare: volete mantenere le
sanzioni a Putin?».
Non le fa impressione che i migliori amici di Putin siano le destre europee?
«Putin
è ammirato dalla destra perché è nazionale e antisistema. La sinistra
europea invece protegge l’Ue. Una certa sinistra ormai è finita».
Hanno chiuso anche «l’Unità», il giornale fondato da suo nonno.
«Ci scrivevo pure io. Anche le feste dell’Unità: fanno quelle del Pd, ma non mi hanno mai invitato».