lunedì 19 marzo 2018

Corriere 19.3.18
Pd più aperto al dialogo. L’ira dei renziani
Martina: confronto doveroso tra tutte le forze. E c’è chi vuole un referendum tra gli iscritti
di Giuseppe Alberto Falci


ROMA Dopo il no all’Aventino Maurizio Martina fa un appello al M5S e alla Lega: «Per il bene delle istituzioni è doveroso un confronto tra tutte le forze parlamentari, tanto più nello scenario tripolare in cui ci troviamo, per arrivare all’individuazione di proposte in grado di garantire sia la pluralità delle forze che i doverosi criteri di equilibrio e garanzia». Il reggente del Pd apre al confronto sulle presidenze delle Camere ma allontana l’ipotesi di un esecutivo con i pentastellati e con il centrodestra a guida salviniana. Nel frattempo al Nazareno fanno discutere le parole di Walter Veltroni al Corriere . L’ex segretario del Pd ha evocato un’ipotesi di dialogo sul governo con i 5 Stelle, «con la regia del capo dello Stato, a certe condizioni programmatiche». Parole che fanno esultare Michele Emiliano, «strepitoso Veltroni: fa piacere lottare con lui». I renziani invece si infuriano. Andrea Marcucci, senatore vicinissimo all’ex segretario, non ha dubbi: «Chi continua a sostenere l’esigenza di apertura del Pd al M5S, non ha a cuore il futuro del Pd, ma la sua estinzione». Piero Fassino è più sfumato: «Prima chi ha vinto tenti di fare un governo. Se non riescono ascolteremo le valutazioni del presidente della Repubblica».
Intanto nel Pd si ragiona sull’ipotesi di sottoporre gli iscritti a un referendum per stabilire o meno l’ingresso in un ipotetico governo con i 5 Stelle. Il modello a cui si guarda è quello dell’Spd, il partito socialdemocratico tedesco che dopo mesi di stasi ha formato un esecutivo assieme ad Angela Merkel con il lasciapassare degli iscritti. Non a caso sabato scorso al Nazareno Gianni Cuperlo lo ha messo a verbale: «L’idea di coinvolgere gli iscritti del Pd la considero assolutamente giusta».
Non manca poi chi, come Ugo Sposetti, polemizza: «Il referendum prevede che tu abbia gli iscritti. Altrimenti rischi di fare un referendum fra gli amici». Lorenzo Guerini ci scherza su: «Facciamo votare gli iscritti su una suggestione?». Eppure l’ipotesi potrebbe concretizzarsi se a un certo punto Sergio Mattarella dovesse chiedere un gesto di responsabilità al Pd. Cesare Damiano la mette così: «Il referendum? È l’estrema ratio».