Corriere 14.3.18
«Ora una linea più radicale Ma il team sarà compatto»
di G. Sar.
WASHINGTON
«La squadra ora è più compatta, ma anche meno moderata». Charles
Kupchan, 59 anni, è stato uno dei consiglieri di Barack Obama dal 2014
al 2107, con delega sull’Europa. Ora è tornato al suo lavoro di analista
al Council on Foreign Relations di Washington. È anche docente di
Affari internazionali alla Georgetown University.
Che cosa cambia con l’uscita di Rex Tillerson e l’arrivo di Mike Pompeo?
«Tutti
sapevamo da mesi che ci sarebbe stato questo cambio. Ci vedo una buona e
una cattiva notizia. La buona: la gestione di Tillerson è stata
tumultuosa, soprattutto perché non c’è mai stato coordinamento con il
presidente. Pompeo è più vicino sia ideologicamente che personalmente a
Trump. E quindi l’amministrazione ora ha la possibilità di mettere in
campo politiche più coerenti».
La «cattiva notizia»?
«Tillerson
è un moderato, un centrista. Pompeo è su posizioni più radicali. Questo
significa che uscirà rafforzata la linea “America First”, l’America
prima di tutto. E quindi dobbiamo aspettarci altre tensioni in arrivo
nelle relazioni internazionali».
Tillerson aveva spinto per un negoziato diretto con Pyongyang. Trump lo licenzia proprio quando si prepara a incontrare Kim…
«In
realtà non sappiamo quando Trump abbia preso questa decisione. Sappiamo
solo che questo presidente agisce in modo impulsivo. Può darsi che gli
avvenimenti della scorsa settimana, dazi e Corea del Nord, lo abbiano
convinto che fosse arrivato il momento di rendere più omogeneo il suo
team, eliminando una fonte di contrasti, cioè Tillerson».
Ci saranno altri scossoni? Da mesi si parla dell’uscita del generale H. R. McMaster, il consigliere per la sicurezza nazionale…
«Anch’io
penso che non resterà a lungo. Ma ciò che è più sconcertante è il
tumulto continuo alla Casa Bianca. Praticamente ogni giorno c’è un
cambiamento, qualcuno che se ne va. Il caos è il tratto fondamentale di
questa presidenza».