Repubblica 8.2.18
Macerata e il raid razzista
Allarme del sindaco l’Anpi annulla il corteo antifascista
Carancini
ha chiesto di “farsi carico del dolore della città” e di non fare più
la manifestazione di sabato. Ci sarà un evento nazionale in una data
ancora da decidere
di Paolo G. Brera,
MACERATA
Sentono aria di battaglia, ed eccoli qui a costringere decine di agenti
in tenuta anti sommossa a presidiare una città emotivamente devastata,
dopo la tragedia di Pamela e la follia nazista di Traini. Martedì i
centri sociali, ieri CasaPound, oggi Forza Italia ( e forse Salvini, che
sarà nelle Marche per un tour elettorale già organizzato). Sabato,
ancora i centri sociali: hanno risposto picche all’appello accorato del
sindaco Romano Carancini, che ha provato a chiedere un minimo di
responsabilità.
Il sindaco si è rivolto a tutti con un messaggio
su Facebook: «I prossimi giorni sono più delicati di quelli terribili
passati. Chiedo a tutti di farsi carico del dolore e dello smarrimento
della mia città. Si fermino tutte le manifestazioni, si azzeri il
rischio di ritrovarsi dentro divisioni o possibili violenze. Mi appello
alle donne e agli uomini, ai giovani, ai movimenti, alle associazioni,
ai centri sociali, ai partiti, per sospendere spontaneamente ogni pur
legittimo desiderio di far sentire la propria voce».
Il sindaco ha
convinto Anpi e Arci, Cgil e Libera, che hanno rinunciato aderendo sia
pur con qualche malumore « all’appello, seppur tardivo», ma «pretendendo
che Macerata non diventi luogo di attiva presenza neofascista » e che
si vietino «le iniziative annunciate da Fn, Casapound e da tutti i
seminatori di razzismo ». Che non sia una resa ai neofascismi lo
assicura il vice segretario Pd, Maurizio Martina: «Condividiamo l’idea
di una manifestazione antifascista nazionale contro ogni intolleranza,
violenza e xenofobia » . Ma la data non c’è ancora.
Per i centri
sociali, invece, quella del sindaco è «una posizione irricevibile, che
pone sullo stesso piano le iniziative neofasciste e la grande
manifestazione di condanna di quanto accaduto » . Corteo confermato,
dunque, e le adesioni, su Facebook, sono già più di tremila.
La
vigilia è tutt’altro che serena. Ieri, gli agenti hanno dovuto
presidiare il centro per la “ conferenza stampa” del leader di
Casapound, Simone Di Stefano, preceduta martedì da un blitz dei centri
sociali: per contestarne l’ospitalità in un bar hanno sfoderato fumogeni
e sciarpe sul volto, dito medio e persino un « ti taglio la gola» a un
commerciante.
Erano una trentina i ragazzi dei centri sociali,
sconosciuti ai cronisti locali; e una trentina anche i militanti di
Casapound. Di Stefano li omaggia con un « un saluto romano collettivo » e
un comizio su pena di morte e espulsioni «in Libia», se hanno commesso
reati «sperando trovino i carcerieri che meritano».
Oggi, invece,
tocca a Fn abbeverarsi nella città insanguinata da Innocent, dai suoi
complici e da Traini. E c’è l’incognita Salvini, che potrebbe
approfittare del calendario elettorale favorevole per un’escursione a
Macerata. Intanto, ieri il Guardasigilli Andrea Orlando ha visitato i
feriti nel blitz biasimando «un pazzo fascista che disonora il nostro
tricolore, la nostra bandiera infangata da una persona contraria ai
valori della Costituzione». Pure il vescovo, Nazzareno Marconi, chiede
di rinunciare « a fiaccolate, cortei e veglie: sapete il grande valore
che do alla preghiera, e il rifiuto di strumentalizzarla » . Chi vuole
dare un segno, «metta una candela sul davanzale».