Repubblica 7.2.18
Intervista a Efraim Zuroff
“Polonia, che errore Ma l’antisemitismo è di tutta l’Europa”
di Andrea Tarquini
BERLINO
«La legge sulla Shoah in Polonia è concepita molto male, il presidente
Duda ha sbagliato a firmarla ieri». Lo dice Efraim Zuroff, 69 anni,
presidente del Centro Simon Wiesenthal per la caccia ai criminali
nazisti.
Come giudica la decisione del presidente polacco Duda di firmare la legge e passarla al controllo della Corte costituzionale?
«Ha
commesso un grande errore. La legge è un tentativo del governo di
imbiancare la coscienza da ogni ricordo di responsabilità
nell’Olocausto. È concepita molto male. Contiene un elemento di verità
ma cerca di lavare la coscienza di tutti sulla Direttore del Wiesenthal
Efraim
Zuroff, 69 anni, è uno storico che che si è battuto per consegnare alla
giustizia nazisti. È direttore del centro Wiesenthal a Gerusalemme
complessa realtà passata. I polacchi hanno ragione dicendo che non si
deve parlare di campi della morte polacchi. Erano campi della morte
nazisti costruiti dai tedeschi in territorio occupato. Ma ciò non può
servire al negazionismo sui casi individuali di chi uccise o denunciò
gli ebrei e aiutò nella Soluzione finale».
A quali casi si riferisce?
«Nel 2001 lo storico Jan Gross scrisse sul destino degli ebrei polacchi di Jedwabne nel 1941.
Prima
si pensava che i tedeschi li avessero assassinati, invece furono i
polacchi. E ci furono migliaia e migliaia di casi di polacchi che
uccisero ebrei o li denunciarono, o denunciarono ai nazisti chi li
nascondeva. Certo, il paese era occupato da Hitler, non ebbe governi
collaborazionisti. Ma i crimini furono molti. Frutto di un antisemitismo
polacco precedente la guerra. I Nazionaldemocratici volevano una
Polonia libera da ebrei».
Le radici sono così profonde?
«L’antisemitismo è paneuropeo, non solo polacco. Ma divenne tema politico perché la comunità ebraica là era molto numerosa.
Ecco
lo sfondo per la partecipazione di molti polacchi a quei crimini. Non
dimentichiamo che nessun altro paese conta tanti “Giusti tra le
nazioni”quanti la Polonia, e decine di migliaia di polacchi organizzati
in “Zegota” salvarono molti ebrei, rischiando la morte. Ma ciò non
cancella l´altro volto della realtà».
E dopo la guerra?
«L’antisemitismo
sopravvisse, anche quasi senza più ebrei. Nel 1946 a Kielce 42 ebrei
furono assassinati per l’accusa assurda di aver compiuto sacrifici umani
con bambini cristiani. Poi nel 1968 la repressione contro gli studenti
divenne purga antisemita».
Quindi afferma che la Legge distorce la Storia della Shoah?
«Sì,
ma è solo la punta dell’iceberg. In tutto l’Est, dal Baltico alla
Croazia, ci fu massiccio collaborazionismo coi nazisti. Poi dopo la fine
del comunismo si diffuse la convinzione che c’erano stati due genocidi:
l’Olocausto e i massacri comunisti. Non è vero. Il comunismo commise
crimini orribili, uccise più persone del nazismo, ma non con un
genocidio mirato per annientare un popolo».
Quanto è pericoloso l’antisemitismo in Europa?
«In
molti paesi il fascismo diventa sempre più attraente. Come reazione
all’Unione europea, alla paura di globalizzazione e perdita d’identità
nazionale. Gli ideologi fascisti sono molto attivi, con Ue e
globalizzazione come primi bersagli. La Ue non è riuscita appieno a
mantenere l’ impegno a proteggere le minoranze. Anche la mancanza di
strategie sull’immigrazione spinge gente verso il fascismo».
Come giudica le dure reazioni di Usa e Israele?
«Hanno
fatto bene a dire sia che non si può parlare di campi della morte
polacchi, sia che il resto della legge cancella realtà storiche. Però
per anni hanno taciuto sull’antisemitismo all’Est, e adesso ne
raccolgono i frutti».
L’Ue dovrebbe punire la Polonia?
«Dovrebbe
definire la legge totalmente inaccettabile e ricordare alla Polonia che
la Memoria dell’Olocausto è valore costitutivo dell’Unione».