mercoledì 7 febbraio 2018

Repubblica 7.2.18
La nuova frontiera tra fabbrica e famiglia
di Tonia Mastrobuoni


La possibilità di lavorare 28 ore a settimana al posto delle canoniche 35 è una conquista che si inserisce perfettamente nella tendenza generale a concedere più tempo libero, persino a proteggerlo, che si osserva in Germania da anni. E’ una battaglia del sindacato, ma è un diritto riconosciuto anche da parte di molte aziende: si pensi alle regole introdotte anni fa da colossi come Daimler o Deutsche Telekom perché i dipendenti non fossero disturbati nelle ore libere.
Inoltre, concedere una maggiore flessibilità nella scelta delle ore lavorative è, per milioni di persone, fotografare la realtà. In un mondo perennemente connesso, è utopico pensare che si smetta di controllare le mail una volta spento il computer in ufficio. O che il mondo si fermi alle cinque di pomeriggio.
L’accordo di ieri, infatti, introduce una maggiore flessibilità anche verso l’alto: le aziende potranno sfruttare una quota maggiore di lavoratori disposti ad allungare l’orario fino a 40 ore alla settimana.
Certo, la riduzione dell’orario di lavoro è anche un lusso che si può permettere un settore in rapidissima trasformazione come quello metalmeccanico che approfitterà più di altri della robotizzazione galoppante dell’economia. Inoltre, negli esuberi annunciati da colossi come Siemens e Deutsche Bank, qualcuno comincia a vedere la conferma che la digitalizzazione potrebbe spazzare via più posti di lavoro di quanti non ne crei.
Ma un altro dettaglio del rinnovo dei metalmeccanici che colpisce è il riconoscimento, a chi abbia un bambino piccolo o un parente da accudire o svolga un mestiere usurante, di una seconda possibilità di scelta. Quella di accettare il bonus estivo del 27,5% dello stipendio che scatterà dal prossimo anno, oppure otto giorni di ferie in più.
Anche questa è una conquista di civiltà che potrebbe fare scuola.
Forse l’esperimento più interessante, in questo senso, è l’intesa contenuta nell’ultimo rinnovo dei ferrovieri. Anche perché si riesce già a misurarne gli effetti. E sono sorprendenti.
Da quest’anno ai dipendenti della Deutsche Bahn è stata lasciata la possibilità di scegliere tra un aumento del 2,6% in busta paga, la riduzione dell’orario settimanale o l’aggiunta di sei giorni di ferie. E la notizia è che il 56% ha scelto quest’ultima.