mercoledì 28 febbraio 2018

Repubblica 28.2.18
La Francia Paese ospite dell’edizione 2018
“Siamo noi l’unico Salone del libro” Torino ricompatta gli editori
di Diego Longhin e Sara Strippoli


TORINO È il karma di Torino correre in salita. Lo scorso anno era la spaccatura degli editori e la nascita dell’antagonista milanese Tempo di Libri. Quest’anno i ritardi causati dalla liquidazione della Fondazione per il libro che ha sempre organizzato il Salone e che rinascerà, è la promessa, in altra forma prima che inizi l’edizione numero 31 in programma dal 10 al 14 maggio.
Ma il sipario alzato ieri sulle prime anticipazioni rafforza la sensazione che le rincorse sollecitino l’orgoglio sabaudo e che anche quest’anno il Salone del Lingotto abbia tutte le intenzioni di farsi notare. Il programma è ricchissimo e la conduzione di Nicola Lagioia scoppiettante.
Il Paese ospite è la Francia e una “grande onda” è attesa al Lingotto, con un focus sul Maggio francese nel cinquantenario del ’68. Ci sarà Antoine Volodine, parlerà Edgar Morin. Il tema quest’anno si compone in itinere: “Un giorno tutto questo…”, un’apertura sul futuro che potrà essere bellissimo, oppure funesto, il migliore o il peggiore dei mondi possibili. A completare l’incipit, e non importa se con immagini o parole scritte o registrate in un video, saranno scrittori e intellettuali. «Ne abbiamo contattati un centinaio e a tutti abbiamo fatto cinque domande: “chi voglio essere”, “perché mi serve un nemico”, “a chi appartiene il mondo”, “dove mi portano spiritualità e scienza”, “che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?”», racconta Lagioia.
A Torino ci saranno grandi nomi come il Nobel Herta Müller e Eduard Limonov, Alice Sebold e l’autore di Patria Fernando Aramburu. Bernardo Bertolucci proietta The Dreamers alla Mole Antonelliana e Niccolò Ammaniti farà vedere il suo Il miracolo, ultima nata fra le serie tv d’autore. Al mattino al Lingotto si può ascoltare il duo del cinema, tanto inedito quanto trasversale alle generazioni, Bernardo Bertolucci-Luca Guadagnino.
Mentre Paolo Giordano presenta il suo nuovo romanzo e duetta con Manuel Agnelli. I genitori di Giulio Regeni saranno al Salone e Festa
mobile firmata Giuseppe Culicchia comincerà il suo viaggio per l’Italia in anticipo per portare i reading anche a Scampia e ad Amatrice. Per approdare a metà maggio a Torino. Un evento sarà la lectio magistralis sull’Europa di Javier Cercas e c’è persino Topolino con un numero speciale: «Quando hai Topolino dalla tua parte nulla può andare storto», se la ride Lagioia. E sotto la voce “follie da Salone”, da una idea di Loredana Lipperini, quattro scrittori si chiuderanno in una villa collinare torinese per scrivere romanzi gotici. «Premi Nobel, premi Pulitzer, premi Goncourt», gigioneggia l’ipercinetico direttore. E i finalisti del Premio Strega europeo presenteranno i loro libri e il vincitore sarà annunciato al Lingotto.
«Questo è il Salone nazionale dell’editoria italiana. E avere gli editori indipendenti e il ritorno dei grandi editori sarà il primo successo della nuova edizione», dice Massimo Bray, il presidente della defunta Fondazione del libro che attende un nuovo inizio. Inutile rilanciare il tema di un MiTo del libro ipotizzato qualche settimana fa dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. Torino per ora dice di avere obiettivi a lungo termine: «Abbiamo un percorso che dovrà gestire le prossime edizioni, A partire da quella del 2019».