Repubblica 26.2.18
Intervista a Fabrizio Barca
“Oggi tanta sinistra teme la parola uguaglianza. Non so ancora come voterò”
di Lavinia Rivara
ROMA
Molti lo avrebbero voluto alla guida del Pd, ma lui si impegnò invece
in un progetto di riforma del partito, che abbandonò nel 2016 dopo aver
constatato, con giudizi durissimi, che nessuno al Nazareno ci aveva
creduto veramente. Poi di Fabrizio Barca, economista, ex ministro della
Coesione sociale per il governo Monti, si sono perse un po’ le tracce.
Fino a qualche giorno fa quando, insieme a sette organizzazioni (dalla
Caritas a Legambiente) e un gruppo di accademici, ha lanciato il “Forum
Disuguaglianze Diversità”, un progetto per ridurre gli squilibri sociali
ispirato al pensiero dell’economista Tony Atkinson e all’articolo 3
della Costituzione.
Un lavoro necessario «perché ormai – sostiene Barca - una parte rilevante della sinistra si vergogna della parola uguaglianza».
Perché ha scelto una militanza fuori dai partiti?
«Perché
non sono più gli intermediari tra il Paese e le istituzioni. Invece la
cittadinanza attiva, oltre due milioni di volontari, 500 mila
dipendenti, ha una straordinaria vitalità.
Partiamo da pratiche di contrasto alla disuguaglianza per tradurle in proposte di sistema».
Lavoro e disuguaglianze sono in cima alle preoccupazioni degli italiani. È un allarme fondato?
«Lo
è. La situazione ha cominciato a peggiorare dagli inizi degli anni ’80,
la forbice della ricchezza, come dimostrano gli indici macroeconomici,
si è allargata sempre di più, e la crisi ha accelerato il processo già
in atto.
Così ora abbiamo disuguaglianze di reddito, ma anche di
accesso ai servizi: perfino l’aspettativa di vita dipende dal quartiere
in cui vivi. E c’è la disuguaglianza di chi ha la sensazione di essere
fuori dalla storia, di chi vive nelle aree rurali, nelle periferie».
Eppure uguaglianza e lavoro restano ai margini di questa campagna elettorale. Lei, da uomo di sinistra, come se lo spiega?
«La ragione è culturale, è il cambiamento del senso comune.
La
parola uguaglianza è diventata sinonimo di appiattimento del merito,
che ormai viene identificato con la ricchezza, il successo. Invece è
proprio per liberare il merito delle persone che devo partire da una
condizione di uguaglianza. Ma una parte rilevante della sinistra oggi
non ha il coraggio, quasi si vergogna, di usare la parola uguaglianza.
Mentre
lo fa la borghesia più avanzata: Economist e Financial Times ormai
parlano spesso della necessità di ridurre le disuguaglianze territoriali
per evitare che si scatenino voglie di autoritarismo, che altri Trump e
altre Brexit ci travolgano. Perché disuguaglianze profonde producono
paura e rabbia, e voglia di poteri forti».
Come nasce il forum, quali sono i suoi obiettivi?
«La
scintilla iniziale è un’idea della fondazione Basso. Al centro della
nostra visione comune c’è la disuguaglianza di ricchezza, contro la
quale la redistribuzione non basta, non servono misure tampone, i bonus.
È necessario pre-distribuire, cioè intervenire dove la ricchezza si
forma, nel mercato, nel progresso tecnologico, orientandoli con
politiche pubbliche. E ridare potere negoziale al lavoro».
È quello che voi chiamate programma Atkinson. Faccia degli esempi.
«Chi
finanzia la ricerca tecnologica? L’amministrazione pubblica. Quindi può
chiedere che si tenga conto dell’impatto sociale dell’innovazione. Allo
stesso modo lo Stato può stimolare le banche affinché non prestino solo
a chi ha già soldi. E può aumentare la tutela dei piccoli
risparmiatori, oggi privi di ogni potere».
Ha condiviso la scissione della minoranza Pd?
«Non
ho visto differenze politiche tra chi è rimasto e chi è uscito, nessuna
interpretazione diversa della società e delle politiche da praticare».
Ma ha ancora la tessera del Pd? E lo voterà?
«Sì, sono ancora iscritto. Ma ancora non so come voterò. E comunque non lo dirò».
La scissione nel Pd?
Non ho visto interpretazioni diverse della società e delle politiche da fare tra chi è rimasto e chi no
Fabrizio Barca
Economista,
ex ministro della Coesione sociale nel governo Monti, ha lanciato negli
scorsi giorni il “Forum Disuguaglianze Diversità” per ridurre gli
squilibri sociali