Repubblica 26.2.18
Nel Pisano
La laurea non c’è e la sindaca Pd ammette la bugia
di Laura Montanari
Si
è portata addosso quella bugia per ventinove anni, Giamila Carli,
sindaca Pd di Santa Luce, comune agricolo di 1700 abitanti, in provincia
di Pisa. Se l’è portata come una seconda pelle, fino a qualche giorno
fa, quando l’ha chiamata un giornalista del Tirreno e lei è stata
costretta a far cadere la maschera confessando che in effetti, la laurea
in Giurisprudenza non l’ha mai avuta. Eppure quel titolo di studio è
comparso a lungo sul suo curriculum, senza indicazione dell’ateneo e
nemmeno dell’anno di laurea.
Una vaghezza sospetta che è diventata
piano una prova. E Giamila Carli che fa parte della segreteria
provinciale del Pd, che è stata ex vicesindaca di Cecina e da due anni
governa Santa Luce (ha avuto oltre il 64% dei voti), ha dovuto scrivere
in fretta una lettera pubblicata ieri sul quotidiano per spiegare che
«c’è una storia nella storia».
C’è «uno sbaglio certo e chiedo
scusa a tutti» e c’è il pentimento: «Mi dispiace». Ma poi resta altro da
spiegare: «Quella bugia nasce dal fatto che non volevo deludere i miei
genitori, mio padre era operaio, mia madre casalinga — racconta al
telefono — ci tenevano moltissimo alla mia laurea e io non ho avuto il
coraggio di dire loro la verità». Cioè che si era fermata a quota 17
esami. «Sono rimasta prigioniera di una bugia» spiega tornando col
pensiero al 1989, anno della fanta-laurea. Scrive che attraversava «un
momento buio che ha segnato cuore e anima, la depressione legata a un
distacco e la paura di affrontare la famiglia».
Mentre il percorso
universitario si fermava, Giamila proseguiva con successo l’attività
politica che, sostiene, l’ha salvata dal “male di vivere”: «All’impegno
politico ho dedicato la mia vita». Assicura la sindaca di «non aver mai
utilizzato il titolo a fini personali» e di non averne fatto sfoggio:
«Ho commesso un errore, grave che affronterò responsabilmente». Si scusa
col Pd «per aver contravvenuto alla dovuta trasparenza» e con la gente
per ha violato il decreto sulla trasparenza che prevede che un
amministratore pubblico debba, fra l’altro, rendere noto il curriculum,
quello vero.
Ora Giamila ha rimesso il mandato al partito per
l’incarico alla segreteria provinciale, ma non si dimetterà da sindaca:
«Ho cose importanti da portare avanti, sto risanando il bilancio di un
Comune che ho ereditato in pre-dissesto». La lettera si conclude citando
una frase di Cesare Pavese e un sempreverde «e ora ha da passà ‘a
nuttata».