Repubblica 23.2.18
Salvini e la piazza “ sovranista” per sfidare l’antifascismo
Il
segretario del Carroccio domani a Milano, senza Forza Italia e Fratelli
d’Italia per replicare a distanza alla manifestazione nazionale
organizzata a Roma dall’Anpi
di Paolo Berizzi
Milano
Le parole d’ordine sono quelle del fascioleghismo che ha riplasmato la
Lega negli ultimi quattro anni: a partire da quel “prima gli italiani”,
ormai lo slogan mantra del Carroccio era- Salvini e del quale però non a
caso - CasaPound rivendica il copyright e infatti hanno registrato il
marchio. « Per farla finita con i sovranisti della domenica » , tuonò
Simone di Stefano. Niente domenica: la Lega sovranista scenderà in
piazza di sabato, domani. Proverà a riempire quella piazza Duomo dove
solo quattro anni fa manifestava proprio con i “fascisti del terzo
millennio” al grido di « No invasione » . Poi l’asse si incrinò, fino a
spezzarsi. In politica si guarda avanti e così, lanciata l’opa sul
terreno del nazionalismo, difesa dei confini, lotta ad alzo zero contro
l’immigrazione, per spingere Matteo Salvini verso palazzo Chigi la Lega
si riprende piazza Duomo. L’adunata si intitola “ Ora o mai più”. Il
riferimento è ovviamente alla chance di governare dopo aver vinto le
elezioni del 4 marzo. «Non parliamo più di secessione nel 2018. Puntiamo
sulla difesa dell’Italia e gli italiani » , ha ripetuto il capo
leghista nelle ultime ore. Il significato dell’evento, nei piani dello
stato maggiore della Lega, è doppio. Il primo è “esterno”: una sfida al
Pd che domani ha convocato a Roma le sue truppe alla manifestazione
antifascista e antirazzista lanciata da Anpi e altre 22 sigle dopo i
fatti di Macerata, dove a sparare sugli immigrati africani è stato il
nazi leghista Luca Traìni. Il secondo è “interno”: interno alla
coalizione di centrodestra. Salvini userà la piazza per dare un segnale
di forza agli alleati, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. «Il candidato
premier? Decide chi prende più voti», ha ribadito negli ultimi mesi il
Capitano della Lega parlando già da presidente del consiglio in pectore.
«Salvini farà il ministro», ha replicato Berlusconi che sventolando
sondaggi interni ha aggiunto: « Forza Italia ha più voti, siamo 4 punti
sopra la Lega » . Che Salvini non intenda fare ne il ministro ne
accettare qualsiasi altra proposta al ribasso lo dirà forte e chiaro
domani dal palco. Rilanciando il guanto del duello anche ai compagni di
cordata. « Sarà una grande manifestazione aperta a tutti » , ha twitatto
il segretario federale, come a voler lasciare le porte aperte. Ma sono
in pochi a scommettere che piazza Duomo sarà invasa anche da militanti
di Forza Nuova e Fratelli d’Italia. È proprio sulle piazze che, in
questi giorni, nel centrodestra sembrano allargarsi delle frizioni.
Incassati i forfait degli alleati al recente evento anti inciucio
organizzato a Roma, Giorgia Meloni ha rilanciato la proposta di « una
manifestazione unitaria del centrodestra per chiudere insieme il 1 marzo
la campagna elettorale: farla sarebbe un atto di chiarezza e di forza
per la coalizione. Ma non mi sembra che Berlusconi e Salvini vogliano
farla » . Il primo marzo è anche il giorno nel quale Salvini ha
prenotato il teatro Brancaccio per una “uscita” romana.
Ma
torniamo a Piazza Duomo di domani. Nelle locandine della manifestazione
c’è un Salvini sorridente, aria rassicurante, giacca blu Trump come le
scritte “Salvini premier” e “Prima gli italiani”. “Sabato, è ora”. “
Buongiorno amici. Pronti per sabato? Posso contare su di voi? Ora o mai
più: #primagliitaliani”. L’altro slogan è “ Solo buon senso”. Chissà se
ne faranno tesoro i Giovani padani che a Busto Arsizio un mese fa hanno
bruciato il fantoccio di Laura Boldrini. Alla stessa ora (15), mentre la
Lega tirerà la volata al suo capo verso la partita del 4 marzo, a poche
centinaia di metri da piazza del Duomo, in piazza Beltrami, davanti al
Castello Sforzesco, gli ex alleati di CasaPound Italia si daranno
appuntamento per il comizio di Simone Di Stefano e della candidata alla
presidenza della Regione Lombardia, Angela De Rosa. La sfida della
sovranità.