martedì 20 febbraio 2018

Repubblica 20.2.18
Confini
Paese che vai, psicosi che trovi
di Francesco Crò


La stabilità e la coesione sociale proteggono dai disturbi mentali. È quanto emerge da uno studio internazionale che ha evidenziato una maggiore incidenza di psicosi tra i giovani appartenenti a minoranze etniche e senza una casa di proprietà. Un gruppo di ricercatori, coordinati dall’epidemiologa Hannah Jongsma dell’università di Cambridge e appartenenti a università e ospedali di sei nazioni (per l’Italia l’ospedale universitario di Verona, il policlinico Giaccone di Palermo e l’università di Bologna), ha indagato il ruolo dei fattori di rischio ambientali nell’incidenza dei disturbi psicotici analizzando i dati di oltre 2700 pazienti. I risultati sembrano smentire la convinzione, abbastanza diffusa tra i clinici, che la schizofrenia e le altre forme di psicosi abbiano sostanzialmente la stessa incidenza in tutto il pianeta: i tassi della malattia sono infatti abbastanza differenti nelle diverse aree studiate, variando dai sei casi su centomila abitanti all’anno osservati a Santiago (Spagna) ai quarantasei registrati a Parigi. Gran parte di questa variabilità appare giustificata dal livello di frammentazione sociale, i cui effetti sono più pesanti sui segmenti più vulnerabili della popolazione; la disoccupazione sorprendentemente non appare essere un fattore di rischio, mentre l’elevata densità di popolazione (associata ad alti tassi di psicosi in studi precedenti) sembra esserlo nei Paesi del Nord Europa ma non in quelli mediterranei.
Psichiatra, Dip. di Salute mentale, Viterbo