Repubblica 1.2.18
Appello degli ebrei polacchi
Sui campi di sterminio basta bugie ma punire non serve
Questo
che pubblichiamo è l’appello rivolto al Parlamento polacco e
sottoscritto da centinaia di sopravvissuti alla Shoah, rabbini, membri
delle comunità ebraiche polacche e cittadini non ebrei, dopo la
decisione del partito nazionalista “Diritto e giustizia” (PiS), al
potere dal 2015, di vietare per legge l’utilizzo dell’espressione «campi
di sterminio polacchi» a proposito dei lager creati dai nazisti nel
Paese. Chiunque insinui che la Polonia sia stata responsabile del
genocidio degli ebrei è passibile di condanna fino a tre anni di
carcere.
Noi, ebrei polacchi, ci rivolgiamo ai
membri del Parlamento polacco affinché cambino il contenuto degli
emendamenti alla legge riguardante l’Institute of National Remembrance.
Senza
dubbio, l’espressione «campi polacchi di sterminio » è un vistoso
errore. I campi di sterminio furono predisposti dai nazisti sul
territorio dell’allora Polonia occupata al solo scopo di sterminarvi il
popolo ebraico nel contesto della «soluzione finale». Di conseguenza,
sarebbe falso attribuire al popolo polacco una qualsiasi forma di
complicità nella costruzione di simili campi. In qualità di testimoni
oculari e anche di discendenti degli ebrei, uomini e donne, assassinati
nell’Olocausto, condanniamo questa definizione ingannevole. Nondimeno,
non possiamo approvare le clausole con le quali si impongono condanne al
carcere per chi faccia uso di tale espressione.
Noi crediamo che
chi la usa lo faccia non per accusare i polacchi di aver creato i campi
di sterminio, bensì per utilizzare una designazione geografica: di per
sé, questa espressione non è in ogni caso fedele al vero, perché la
condizione di Stato indipendente della Polonia durante l’Olocausto era
stata eliminata. Dal nostro punto di vista, tuttavia, l’uso di questa
designazione geografica errata non dovrebbe essere perseguito con
sanzioni economiche, e tanto meno con condanne al carcere come prevede
la legge.
Infine, l’adozione degli emendamenti alla legge nella
loro forma attuale potrebbe condurre a penalizzare chi racconta la
verità al riguardo dei ricattatori polacchi e di quei cittadini polacchi
che assassinarono i loro vicini di casa ebrei. Siamo dell’opinione che
questa definizione faccia ben più che limitare la libertà di parola, in
quanto di fatto essa mira a distorcere la storia. Questo è il motivo che
ci spinge a rivolgere un appello ai parlamentari polacchi affinché in
sostanza respingano gli emendamenti dell’atto legislativo.
Sappiamo
bene tutti quanto possa essere dolorosa una menzogna al riguardo dei
crimini nazisti. Noi vogliamo tutelare il buon nome della Polonia e
individuare parole di uso comune per descrivere quei tragici eventi, e
per questo vi invitiamo a dialogare con noi, gli ebrei polacchi.
(Traduzione di Anna Bissanti)