giovedì 1 febbraio 2018

La Stampa 1.2.18
La Polonia approva la controversa legge sui lager
Proibito chiamarli “polacchi”. Israele «E’ negazione dell’Olocausto”
di Giordano Stabile


La Camera alta polacca ha approvato con 57 voti favorevoli contro 23 contrari e due astenuti la legge controversa sui campi di sterminio della Seconda guerra mondiale. La legge stabilisce pene fino a tre anni di carcere per chiunque si riferisca ai campi nazisti come campi «polacchi» o accusi la Polonia di complicità con i crimini della Germania nazista. Ora il provvedimento dovrà essere firmato dal presidente Andrzej Duda, che ha il potere di bloccarlo e imporre modifiche.
”E’ negazione dell’Olocausto” 
Forti reazioni si sono levate in Israele. Il ministro israeliano Yoav Gallant l’ha definita «un caso di negazione della Shoah». «La memoria dei sei milioni di ebrei uccisi - ha detto su Twitter, ripreso dai media - è più forte di qualsiasi legge. Proteggeremo la loro memoria e faremo nostra la lezione: la capacità di difenderci da noi stessi». 
Anche l’ex ministro degli esteri israeliano Tizpi Livni ha attaccato il passo di Varsavia: «hanno sputato in faccia ad Israele due volte», ha detto alla Radio ricordando che era stato raggiunto un accordo tra il premier polacco e quello israeliano Benyamin Netanyahu e che questo «è stato ignorato». Il deputato laburista Itzik Shmuli ha proposto che la Knesset approvi subito leggi a contrasto di quella polacca.
Ultima speranza, il veto del presidente 
Tre giorni fa si era giunti all’accordo su una «taskforce congiunta» per discutere della materia, ma ancor prima che potesse cominciare il lavoro, notano a Gerusalemme, la legge è stata approvata anche dalla Camera alta. Ora lo Stato ebraico spera che Duda blocchi il provvedimento. Ma senza grandi speranze. I commentatori locali notano come il presidente polacco si sia espresso più volte a favore, in pubblico.
Gli storici: massacri compiuti anche da polacchi 
Storici e commentatori considerano la legge un precedente «pericoloso». La studiosa Havi Dreifuss, citata dal quotidiano Haaretz, nota che anche se «i campi di sterminio non sono stati una invenzione o iniziativa polacca, ciò non assolve i polacchi dalle loro responsabilità nelle atrocità» contro gli ebrei: «Durante l’Olocausto – continua – in alcune comunità nel distretto di Lomza, gli abitanti locali assassinarono i loro vicini ebrei». I polacchi furono «responsabili di massacri» compreso quello a Jedwabne nel 1941, quando oltre 300 ebrei vennero chiusi in un fienile e dati alle fiamme.