La Stampa 8.2.18
Il sesso consensuale secondo Foucault
Esce a
34 anni dalla morte del filosofo francese il quarto volume della Storia
della sessualità L’eros? Ce l’hanno insegnato i Padri della Chiesa
di Leonardo Martinelli
La
morte sarebbe arrivata di lì a poco, il 25 giugno 1984, all’ospedale
Pitié-Salpetrière: inevitabile? Quasi inconsapevolmente vagheggiata?
Malato di Aids, se ne andava a 57 anni Michel Foucault. Quegli ultimi
tempi avevano visto il filosofo prendere le distanze da un certo
militantismo gauchista. Poi, Foucault trascorreva molto del suo tempo
all’università di Berkeley, in California, dove ogni volta alle sue
lezioni o alle conferenze si accalcavano migliaia di persone: era
assurto a mito vivente negli Usa (e in Italia) prima che in Francia,
libertario estremo e non moralista ortodosso come Sartre o Camus. Era
anche uno dei primi intellettuali star, da coinvolgere nei dibattiti
alla tv e che analizzavano l’attualità: il Corriere della Sera, per
primo, lo spedì a fine 1979 in Iran a raccontare la rivolta khomeinista,
che lui osannò come «la forma più moderna di rivolta pervasa di
spiritualità politica».
In quegli anni Foucault andava anche a
caccia di sesso con sconosciuti nelle saune di San Francisco, quando
l’Aids era uno spettro temuto o sfidato («Il piacere completo e totale»,
diceva, «per me è legato alla morte»). Cos’altro ci è rimasto di quegli
ultimi suoi anni, misteriosi e febbrili?
Da Gallimard
Basta
infilarsi in questi giorni di neve a Parigi, nelle stradine della Rive
Gauche, dietro al museo d’Orsay, e presentarsi al palazzotto antico
dell’editore Gallimard, dall’atmosfera più ovattata che mai, dove alcuni
giornalisti hanno avuto accesso a Les aveux de la chair («Le
confessioni della carne»), 427 pagine, testo finora inedito, ormai un
mito da decenni. E che sarà finalmente venduto da domani in tutta la
Francia. È il quarto e ultimo volume della Storia della sessualità.
Dopo
essere stato il filosofo della follia (influenzò Franco Basaglia),
della prigione e della psichiatria, Foucault si lanciò in un vasto
studio sulla genealogia dell’uomo del desiderio. Nel 1976 uscì il primo
tomo, La volontà di sapere. Come spiega nella prefazione di Le
confessioni della carne Frédéric Gros, uno dei maggiori specialisti di
Foucault, il filosofo scrisse questo testo tra il 1980 e l’82. E
nell’autunno di quell’anno si presentò da Gallimard con la redazione
finale, ma senza note. Poi, però, si mise al lavoro sul secondo e il
terzo volume: voleva che uscissero prima. E furono pubblicati nel 1984,
dopo la sua morte (L’uso dei piaceri e La cura di sé), mentre l’ultimo
si perse per strada.
In Les aveux de la chair, Foucault volle
capire come e quando la sessualità fosse diventata «il sismografo della
nostra soggettività». Si rifece ai padri fondatori del cristianesimo,
tra cui Clemente Alessandrino, Tertulliano, Tascio Cecilio Cipriano,
sant’Ambrogio, san Giovanni Crisostomo, Giovanni Cassiano, tutti citati
in un corso impartito al Collège de France nel 1980, ma stavolta con
un’aggiunta non da poco, sant’Agostino. Mediante fili tematici (come la
verginità, la castità o il consenso nel rapporto sessuale) andò poi
indietro fino alla filosofia antica.
Repressione borghese?
Foucault
si chiede: è stata la morale giudeo-cristiana a far calare una cappa di
piombo sulla libertà sessuale? La «repressione borghese» rappresenta la
semplicistica continuazione del soffocamento cristiano della
sessualità? La risposta è negativa. Gli stessi principi, scrive, «sono
emigrati nel pensiero e nella pratica cristiane a partire dagli ambienti
pagani, dei quali bisognava disarmare l’ostilità, mostrando forme di
condotta già riconosciute da loro per il proprio intrinseco valore».
Insomma,
basta con la mitologia della grande libertà pagana fatta fuori
dall’austerità cristiana. Come sottolinea Gros, Foucault
(sorprendentemente) «ha una visione del cristianesimo che non è per
nulla quella di una filosofia del proibito, della frustrazione, del
disprezzo o dell’odio della sessualità». Che alla fine, invece,
ripropone gli stessi limiti, forse necessari, alle pratiche sessuali di
un Platone o di un Marco Aurelio. Anzi, la Patristica dà così una
centralità al sesso, propria della civiltà occidentale: impedisce che
diventi un argomento tabù.
Piacere e morale
Foucault osserva
anche che, se i Padri della Chiesa conservano pratiche già formulate
nell’antichità, come la condanna dell’adulterio o della possibilità di
risposarsi, cessano però di considerare le relazioni tra piacere e
morale per preoccuparsi della carne e della concupiscenza: guardano
all’interiorità del soggetto, al suo rapporto al proprio desiderio,
fatto di consenso intimo o di rinuncia al male. E, a loro volta, se i
Padri fondatori parlano di consenso nei confronti del proprio desiderio,
in questi tempi di post scandalo Weinstein il dibattito riguarda invece
il consenso al desiderio altrui. Così come i testi alle origini del
cristianesimo prefiguravano la fine della differenza tra i sessi
nell’altro mondo, mentre oggi noi ne parliamo ma per questo stesso mondo
terreno. Sì, Foucault gettò le basi di tanti dibattiti attuali. Anche
quello sul gender.