La Stampa 5.2.18
Abu Mazen all’Onu
“Riconoscete la Palestina”
di Giordano Stabile
I
palestinesi puntano a tagliare ogni rapporto con Israele, anche sulla
sicurezza e le finanze, e a farsi riconoscere come Stato indipendente
dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Anche se al Palazzo di Vetro sono
destinati a scontrarsi con il veto degli Stati Uniti, il documento
emerso nella notte fra sabato e domenica, in una riunione tesa e
interminabile del Comitato esecutivo dell’Olp, mostra la volontà di
«bruciarsi i vascelli alle spalle» e tentare il tutto per tutto.
Il
patto di Oslo del 1993 è stato svuotato dopo la crisi seguita al
riconoscimento da parte del presidente americano Donald Trump di
Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico. La dirigenza palestinese è
esausta dopo un quarto di secolo di colloqui senza risultati,
indebolita dalla corruzione e gli scandali interni, e dalla lotta contro
il movimento islamista di Hamas. Vede nella rottura dello status quo di
Oslo l’unica strada per sopravvivere e tenere viva la speranza di
arrivare all’indipendenza «all’interno dei confini del 1967», quindi con
Gerusalemme Est inclusa.
Dopo aver congelato il riconoscimento di
Israele, l’Olp ora si prepara al ritiro anche dal Protocollo di Parigi
del 1994, che regola le finanze e la gestione della sicurezza nei
Territori passati sotto controllo parziale o totale dei palestinesi. In
base al protocollo è Israele a raccogliere tasse e dazi doganali per poi
girarli ogni mese all’Autorità nazionale palestinese. Il controllo del
territorio è gestito invece, nelle aree A e B, in stretta coordinazione
con le forze di sicurezza israeliane, compresa quella fra i servizi
segreti. È questo ultimo punto a esercitare la maggiore pressione sullo
Stato ebraico, perché senza la collaborazione dei servizi palestinesi la
lotta ai gruppi islamisti che si sono infiltrati nei Territori sarà
molto più difficile.
Ma è all’Onu che sarà la vera battaglia. Abu
Mazen ha chiesto un mese fa l’appoggio dell’Unione europea nella sua
visita a Bruxelles. L’Ue si è discostata dalla linea americana, su
Gerusalemme, ma in un voto al Consiglio di Sicurezza i palestinesi sono
comunque destinati a perdere. La volontà sembra soprattutto quella di
innescare un cambio nell’opinione pubblica e nella politica israeliana.
Un piccolo segnale l’hanno ottenuto da parte del nuovo leader dei
laburisti, Avi Gabbay, che ha parlato per la prima volta di un possibile
«ritiro unilaterale» di Israele dai Territori se la situazione dovesse
diventare ingestibile.