La Stampa 14.2.18
Cultura maschilista millenaria, ma qualcosa sta cambiando
C’è un’asimmetria di genere fra vittime e carnefici. La violenza è una piaga sociale da combattere
di Linda Laura Sabbadini
Quasi
9 milioni di donne hanno subito molestie sessuali. E anche 3 milioni
750 mila uomini. Voi penserete, ma allora sono tante le donne che
molestano sessualmente! E invece no, molti uomini molestano sessualmente
le donne e sono sempre uomini che molestano sessualmente altri uomini:
l’85% delle molestie subite dai maschi è opera di maschi così come il
97% di quelle subite dalle donne. Ci stiamo riferendo a molestie
sessuali di tutti i tipi, verbali, fisiche, sul web.
I numeri ci
dicono che le donne molestano sessualmente il 4,2% degli uomini e l’1,2%
delle donne e gli uomini il 42,4% delle donne e il 12% degli uomini.
C’è una asimmetria di genere tra le vittime e un’asimmetria di genere
tra gli autori. In gran parte donne le vittime, in gran parte uomini gli
autori. Le molestie sessuali sono un fenomeno di massa. E non si tratta
di essere moralisti né bacchettoni. Molestie sono azioni che vengono
messe in atto senza il consenso dell’altra persona, sulla base di una
cultura maschilista che legittima l’uso a proprio piacimento del corpo
dell’altro/a.
Una cultura millenaria difficile da estirpare, che
agisce contro dignità e libertà delle persone. Niente a che vedere con
il gioco della seduzione, basato sul desiderio reciproco. Non tutti gli
uomini sono molestatori, molti non si riconoscono in questa cultura, il
loro ruolo è fondamentale a fianco delle donne che in tutto il mondo con
il movimento #metoo conducono questa battaglia di civiltà per una
cultura del rispetto e della diversità.
Alcuni segnali positivi ci
sono. Le molestie sessuali, pur essendo tante, sono in diminuzione.
Potrebbe essere l’effetto dei mutamenti intervenuti in questi anni. Da
un lato la crescita della coscienza femminile e la maggiore capacità
delle donne e delle ragazze di prevenire e contrastare le molestie
sessuali; dall’altro l’intensa attività legislativa che a fianco della
particolare attenzione mostrata dai media a queste tematiche ha
facilitato lo sviluppo di un clima di condanna sociale che può aver
agito da deterrente allo sviluppo del fenomeno. Sebbene non ci siano
abbastanza dati per poter valutare se la diminuzione del fenomeno possa
essere imputata anche a cambiamenti nel mondo maschile, c’è da
augurarselo.
Questi numeri dicono tuttavia che tanta strada si
deve fare sul fronte maschile. Il fatto che i ricatti sessuali sul
lavoro non diminuiscano e così stupri e femminicidi deve suonare come un
campanello d’allarme per tutti. L’uso del potere maschile a fini
sessuali è molto diffuso, donne di tutti gli strati sociali ne sono
colpite, colte soprattutto nel momento di massima vulnerabilità, quello
della ricerca del lavoro. Insieme al movimento #metoo, a Asia Argento,
alle attrici che hanno denunciato il sistema, alle giornaliste, a tutte
le donne e gli uomini che credono nella cultura del rispetto, dobbiamo
unirci saldamente, per combattere una piaga sociale che fa ancora così
tante vittime e che ha il fine di relegare la metà della popolazione in
una condizione di pericolo, paura, subordinazione.