La Stampa 14.3.18
Un milione di donne vittime sul lavoro di ricatti sessuali
L’Istat:
oltre 12 milioni di italiani, di cui un terzo uomini, molestati almeno
una volta nella vita. Maschi gli aggressori Gli abusi più frequenti sono
verbali e le denunce poche
di Maria Corbi
Adesso
sappiamo quanto vale in Italia quel #Metoo che ha scandito la protesta
contro le molestie nel mondo: 8 milioni e 816 mila sono state le donne
interessate nella loro vita da qualche forma di molestia sessuale, come
pedinamenti, esibizionismo, telefonate oscene, abusi verbali e fisici.
Il report dell’Istat sulle molestie e i ricatti sessuali sul lavoro nel
periodo 2015-2016 stima che siano oltre 3 milioni le vittime negli
ultimi 3 anni.
Assunzioni e carriera
Pesantissima la
situazione sul posto di lavoro: 1 milione 173 mila donne (7,5%) sono
state oggetto di ricatti sessuali per essere assunte, per non perdere il
lavoro o per ottenere progressioni nella carriera. Un quadro che
allarma ma che non stupisce. I dati contengono anche la risposta a chi,
da quando l’allarme molestie ha iniziato a suonare sonoro in una parte
del mondo, lamenta il fatto che si parli solo di molestatori «uomini».
Questo accade perché gli autori delle molestie sono in gran parte
uomini: 97% per le vittime donne e 85,4% per vittime uomini.
Su
quest’ultimo aspetto l’Istat informa che per la prima volta sono state
rilevate le molestie sessuali anche ai danni di persone di sesso
maschile: circa 3,7 milioni sono stati oggetto di molestie sessuali nel
corso della loro vita (19%), 274 mila (6,4%) negli ultimi 3 anni.
Dai ristoranti ai social
Le
forme di molestia più frequenti sono quelle verbali: il 24% delle donne
ha riferito di essere stata importunata con brutte parole, infastidita o
spaventata da proposte indecenti o commenti pesanti sul proprio corpo
(per gli uomini la percentuale scende all’8,2 %); i contatti fisici non
graditi hanno invece riguardato il 16% delle donne e il 3,6 % degli
uomini. La quasi totalità delle donne ha subito atti di esibizionismo e
pedinamenti da parte di uomini (rispettivamente 99,7% e 96,2%). Nella
maggior parte dei casi questo tipo di molestie sono state perpetrate da
estranei o da persone che si conoscono solo di vista (15,8%). Queste
avverrebbero, considerando l’intero ciclo di vita, soprattutto sui mezzi
di trasporto pubblici per le donne (28%) e per gli uomini in pub,
discoteche e bar (29,2%).
Dal web arrivano proposte inappropriate e
commenti osceni per i il 6,8% delle donne. Altro pericolo «social»
(1,5%) riguarda il furto di identità, ossia quando qualcuno dal tuo
profilo o dal tuo numero invia messaggi imbarazzanti, minacciosi o
offensivi verso altre persone. In questo ambito il dato relativo agli
uomini è diverso, pari rispettivamente al 2,2 e all’1,9%.
Le cifre
Istat indicano una diminuzione di alcuni tipi di molestie rispetto alle
rilevazioni precedenti (2008-2009) ma nonostante questo il quadro che
ne esce è orrendo. E la strada da percorrere è lunga.
Il silenzio
Il
5% della popolazione tra 14 e 65 anni, pari a 2 milioni di persone, si
stima abbia subito atti sessuali contro la propria volontà quando era
minorenne. Si tratta del 7,8% tra le donne (1,6 milioni di persone) e
del 2,2% tra gli uomini (435mila persone). E il 62,1% degli uomini e il
42,7% delle donne vittime di abusi sessuali non ne ha parlato con
nessuno quando si sono verificati.
In oltre il 60% dei casi questi
fatti si sono verificati una sola volta, ma per circa un quarto delle
vittime si sono ripetuti da 2 a 5 volte. L’autore è stato in prevalenza
uno sconosciuto o un conoscente (nel 36,4% e nel 22,4% dei casi); per il
14,8% delle vittime donne e il 7,4% degli uomini l’autore è un
parente.