martedì 13 febbraio 2018

La Stampa 13.2.18
Nelle fabbriche tedesche
vola il sindacato di destra
Zentrum Automobil raggiunge il 10% alla Daimler “Difendiamo solo i metalmeccanici nati in Germania”
di Walter Rauhe


Il nuovo sindacato di estrema destra si chiama «Zentrum Automobil» e negli stabilimenti storici della Daimler-Benz a Untertürkheim, Rastatt e Wörth occupa ben il 10% dei posti nei rispettivi consigli di fabbrica. Il presidente del sindacato è Oliver Hilburger, un ex militante neonazista noto da anni ai servizi segreti per aver suonato nel gruppo rock naziskin «Noie Werte» e per gli stretti legami con gli ambienti del movimento revanscista e negazionista degli «Identitari». Fino al 2007 Hilburger militava nel «Christliche Gewerkschaft Metall», il sindacato metalmeccanico d’ispirazione cristiana, ma venne poi sospeso da tutti i suoi incarichi all’interno del consiglio di fabbrica della Daimler-Benz dopo che vennero a galla i suoi contatti con gli ambienti dell’estrema destra neonazista e con gruppi di hooligans xenofobi all’interno della tifoseria della squadra della Bundesliga del Stoccarda.
Con l’affermazione della destra populista dell’Alternative für Deutschland (AfD) e del movimento anti-islamico di Pegida (i cosiddetti «Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’occidente») per l’operaio nello stabilimento Daimler di Untertürkheim Olver Hilburger è arrivato il grande momento. Quello di lanciare un’associazione di lavoratori metalmeccanici di estrema destra in concorrenza con il potentissimo sindacato di categoria della Ig Metall. In un’intervista alla «Süddeutsche Zeitung», il fondatore e presidente di «Zentrum Automobil» ha definito la sua organizzazione come l’unica e vera «rappresentanza degli interessi degli operai tedeschi» in un momento in cui i sindacati ufficiali sarebbero diventati parte integrante del «sistema» e dei «poteri forti» e avrebbero tradito gli interessi dei lavoratori.
Le attività dell’organizzazione sindacale neonazista allarmano nel frattempo i vertici stessi dell’azienda. L’amministratore delegato i Daimler-Bent Dieter Zetsche ha lanciato nei giorni scorsi un accorato appello a tutti i suoi dipendenti di partecipare possibilmente in massa alle elezioni per il rinnovo dei consigli di fabbrica che si terranno nel mese di marzo tutti gli stabilimenti dell’azienda, nella speranza che ad essere eletti siano rappresentanti che «rispettino i valori democratici e civili alla base del nostro Paese e della nostra casa automobilistica». In occasione delle elezioni «Zentrum Automobil» ha presentato ben 200 suoi candidati e secondo i sondaggi condotti all’interno degli stabilimenti ha ottime possibilità di triplicare il numero dei suoi rappresentanti nei consigli di fabbrica. Sindacati di estrema destra si sono fatti largo nel frattempo anche nelle fabbriche di altre grandi aziende automobilistiche tedesche come Volkswagen, Audi e Opel.
A preoccupare i manager delle rispettive società sono soprattutto due rischi: quello di una scissione di stampo quasi «razziale» all’interno di una classe lavorativa che già oggi è costituita al 40% da operai di origine straniera e i danni d’immagine a marchi automobilistici premium che tradizionalmente sono molto presenti non solo sui mercati di tutto il mondo ma in modo particolare anche in quelli arabi e nei Paesi di fede islamica. Secondo una recente inchiesta svolta dallo stesso sindacato Ig Metall, alle ultime elezioni politiche in Germania il partito di estrema destra dell’AfD ha raccolto fra gli operai oltre il 15% dei consensi, contro un risultato medio nazionale del 12%.