La Stampa 10.2.18
L’eco degli spari ci accompagnerà fino al giorno delle elezioni
di Marcello Sorgi
Magari
sarà stata pure eccessiva la cautela che aveva impedito al
centrosinistra di recare solidarietà alle vittime della strage del
neonazista Luca Traini, e ha portato il sindaco di Macerata a lanciare
un appello per evitare ulteriori divisioni e per lasciare alla comunità
cittadina il tempo di ricucire le proprie ferite. Era evidente, da parte
del governo e di Renzi, il desiderio di far spegnere i riflettori sulla
città che, con l’orribile assassinio di Pamela Mastropietro da parte di
un nigeriano con il permesso di soggiorno scaduto e con la folle
reazione del giovane maceratese che ha sparato sui migranti, è diventata
il trampolino di lancio per la svolta dura nella campagna elettorale
del centrodestra. Una durezza che, lo dicono i sondaggi, sta
funzionando, portando consensi alle liste di Berlusconi, Salvini e
Meloni, e sottraendoli a quelle di Renzi e dei suoi alleati, additati
come responsabili della pretesa «invasione» di clandestini.
La
decisione di Liberi e Uguali, Anpi e Arci di non accettare la linea
della cautela e manifestare già da oggi contro le recrudescenze fasciste
e naziste otterrà invece l’effetto opposto. Anche perché, a parte i
rischi di tensioni e scontri che possono sempre avvenire in situazioni
come queste, la giornata della sinistra radicale sarà seguita domenica
prossima da una nuova manifestazione del centrosinistra e il 24 da una
manifestazione nazionale. Quanto a dire che Macerata con i suoi lutti
resterà al centro della campagna elettorale fin quasi alla vigilia del
voto.
È difficile dire quanto potrà portare e quanto potrà
togliere in termini di voti la legittima sollevazione delle coscienze
antifasciste. Ma è sicuro che il percorso temporale delle tre
manifestazioni non resterà senza repliche da parte del centrodestra. E
la segreta speranza di Renzi, magari grazie a Sanremo e della riduzione
degli spazi di propaganda tv, di vedere Macerata a poco a poco
dimenticata e fuori dagli argomenti dello scontro preelettorale è così
destinata a essere delusa.
Nella cittadina delle Marche oggi ci
saranno Emergency con Gino Strada, Fratoianni e Civati, i centri
sociali, le «Madri per Roma città aperta» (genitori di vittime della
violenza di destra), che hanno accusato, soprattutto queste ultime, il
sindaco di impedire di manifestare «l’antifascismo riconosciuto in
Costituzione». Di qui la marcia indietro del primo cittadino, che ha
blindato la città, fatto chiudere i negozi, sospeso i carri del
Carnevale, e si accinge a vivere il periodo più lungo e più rischioso
della sua amministrazione.