martedì 27 febbraio 2018

internazionale 23.2.18
Il paese comunista che abbandona il Pd
Lorenzo Totaro e Alessandra Migliaccio, Bloomberg, Stati Uniti
Lamporecchio era considerato il “comune più rosso” dell’Europa occidentale. Oggi la cittadina toscana rappresenta bene la disillusione degli elettori


Passeggiando per Lamporecchio, in Toscana, l’ex sindaco Giuseppe Chiaramonte si accorge che manca qualcosa. La targa che indica via Gramsci, tributo al fondatore del Partito comunista italiano (Pci), in un’area che per anni ha rappresentato una roccaforte della sinistra italiana, è sparita. È stata rimossa dal muro di un palazzo mentre lo restauravano e “nessuno si è preoccupato di rimetterla al suo posto”, spiega Chiaramonte, 62 anni. “Per me è un segno dei tempi”. Se c’è un momento in cui l’Italia ha bisogno di un’insegna stradale dal forte significato politico è questo.
Il 4 marzo si terranno le elezioni legislative e la corsa per formare il prossimo governo è aperta. Lamporecchio, a un’ora d’auto da Firenze, è il simbolo di come un elettorato sempre più apatico sia ormai spaccato, indeciso su chi votare, in una fase critica per il futuro del paese e dell’Europa nella battaglia contro le forze politiche estremiste. I 7.500 abitanti di Lamporecchio si considerano una cartina di tornasole del futuro dell’Italia. Se attecchisce una tendenza politica qui, allora è probabile che succeda anche nel resto del paese, spiega lo chef Marco Cassai. Voti cruciali “Qui le persone tendono a essere conservatrici”, dice Cassai, nato a Roma 35 anni fa, mentre controlla la preparazione dei piatti nel ristorante stellato Atman, ospitato nella seicentesca villa Rospigliosi. “Si sente il vento, ma non siamo nell’occhio del ciclone come le grandi città”.
Di sicuro c’è che il Partito democratico (Pd), di cui fa parte anche il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, sta perdendo il sostegno della Toscana. Una buona notizia per l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi: la coalizione che comprende il suo partito è in testa negli ultimi sondaggi. Il sistema elettorale italiano favorisce le grandi coalizioni e, secondo il sondaggio pubblicato a gennaio da Bloomberg, la coalizione di centrodestra otterrebbe il 36 per cento dei voti. Il Movimento 5 stelle sarebbe il primo partito del paese, con il 28 per cento delle preferenze, ma i vertici del partito si rifiutano di formare alleanze per governare. Sempre secondo questo sondaggio, il Pd inseguirebbe con il 23 per cento, perdendo voti a beneficio dei partiti della sinistra radicale. Secondo Chiaramonte molti elettori di Lamporecchio preferiscono l’astensione, i gruppi della sinistra radicale o gli avversari del Pd. In regioni come la Toscana, “un’affluenza ridotta rispetto alle previsioni e la competizione con le altre forze di sinistra potrebbe privare il Pd di voti cruciali per vincere in alcuni collegi”, spiega Mario Caciagli, professore di scienze politiche all’università di Firenze.
In Toscana il Pd sta perdendo molti pezzi del suo mosaico politico. Nella città portuale di Livorno, dove nel 1921 venne fondato il Pci, il sindaco è del Movimento 5 stelle, così come a Carrara. A Pistoia, capoluogo della provincia dove si trova Lamporecchio, i cittadini hanno eletto sindaco Alessandro Tomasi, 38 anni, di Fratelli d’Italia, partito di destra che fa parte della coalizione guidata da Berlusconi. Tomasi è convinto che il governo non abbia fatto nulla per risolvere i problemi relativi alla sicurezza e all’immigrazione, temi che hanno dominato la politica europea negli ultimi due anni, dalla Brexit alle elezioni francesi, tedesche, olandesi e dei paesi dell’est. “Non possono essere sminuiti come argomenti populisti, perché riguardano tutti, a cominciare dai più deboli e poveri”, spiega Tomasi. “Le politiche del governo non hanno risolto i problemi della gente. Il giorno delle elezioni i partiti al governo pagheranno un prezzo molto alto”. Lamporecchio, nonostante la recessione, ha ottimi risultati dal punto di vista economico. Soprattutto grazie alle aziende locali, come quelle che producono i brigidini, tipici dolci toscani all’anice. Naturalmente non tutti gli abitanti sono immuni dai problemi che colpiscono il resto dell’Italia.
Attualmente circa quaranta famiglie hanno chiesto un sostegno economico, spiega Selma Ferrali, dipendente pubblica in pensione e direttrice dell’ufficio della diocesi di Pistoia che si occupa di problemi sociali e del lavoro. “Il numero reale è molto più alto, perché molte persone si vergognano di aver perso il lavoro o di non riuscire a pagare l’affitto”. Dopo aver votato per anni il Pd, Ferrali ammette di essere delusa dall’attuale classe dirigente. Michela Rinati, la cui azienda di famiglia produce brigidini nell’area industriale di Lamporecchio, sostiene che il governo non ha fatto abbastanza per le piccole aziende ed è convinta che questo aspetto potrebbe spingere molti a votare diversamente rispetto al passato. Rinati vorrebbe che il prossimo governo snellisse la burocrazia, tagliasse le tasse e riducesse i contributi sociali imposti alle piccole aziende, permettendo di assumere più lavoratori. “La struttura del sistema produttivo italiano è formata in larga parte da piccoli artigiani e aziende. C’è bisogno di un cambiamento politico”, spiega. Nessun risultato è scontato In passato da queste parti la parola cambiamento voleva dire abbracciare i comunisti. Per gran parte del novecento Lamporecchio è stata considerata “il comune più rosso” dell’Europa occidentale, visto l’enorme sostegno al Partito comunista italiano (Pci).
Roberta Carli gestisce una pasticceria con la sorella nella piazza principale del paese e ricorda la folla che nell’aprile del 1981 riempì la piazza e la vicina via Gramsci per il discorso di Enrico Berlinguer. “Dall’ultimo piano del palazzo si vedeva che tutti gli abitanti di Lamporecchio erano in piazza”. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il paese continuò a sostenere la sinistra. Nel 2013 ha votato per il Pd. Caterina Bini, 42 anni, parlamentare del Pd, è candidata per il collegio di Pistoia e Prato. Durante la campagna elettorale ha dichiarato che nessun partito può aspettarsi che gli elettori votino come hanno fatto in passato. “Sono assolutamente convinta che non si possa dare nessun risultato per scontato, in nessun collegio, neanche in un’area come la mia che ha sempre seguito una certa tradizione politica”, spiega Bini. Mentre cammina verso via Gramsci, dove non c’è più la targa, attraverso le bancarelle del mercato settimanale, l’ex sindaco Chiaramonte parla del vento politico che soffia in tutta Europa e spiega che la gente si sente abbandonata dai leader. “Dopo aver conquistato il potere hanno passato troppo poco tempo con le persone, quindi ora non capiscono più quali sono i problemi reali”.