internazionale 10.2.2018
L’Italia dopo Macerata
Lorenzo Tondo, The Guardian, Regno Unito
L’attentato
del 3 febbraio è solo l’ultimo episodio di una serie di violenze di
matrice neofascista. Ma le autorità italiane sembrano sottovalutare il
problema
Più di settant’anni dopo la morte di
Benito Mussolini, migliaia di italiani stanno aderendo a gruppi che si
definiscono fascisti. Tra i motivi, sostengono le organizzazioni
antifasciste, ci sono il modo in cui viene raccontata la crisi dei
migranti, l’aumento di notizie false e l’incapacità del paese di fare i
conti con il passato. L’attacco che il 3 febbraio a Macerata ha
provocato il ferimento di sei africani è solo l’ultima di una serie di
aggressioni compiute da individui legati all’estrema destra. Secondo il
collettivo antifascista di Bologna Infoantifa Ecn, dal 2014 gli attacchi
neofascisti in Italia sono stati 142. Mentre Luca Traini, l’aggressore
di Macerata, veniva interrogato, quattro nordafricani di Pavia hanno
dichiarato alla polizia di essere stati picchiati durante la notte da un
gruppo di 25 skinhead. Il 13 gennaio a Napoli decine di neofascisti del
partito Forza nuova hanno fatto irruzione in un bar dove era in corso
un incontro sulla cultura rom, danneggiando il locale e ferendo
un’organizzatrice dell’evento.
Nel 2001 Forza nuova aveva 1.500
iscritti. Oggi ne ha più di 13mila e la sua pagina Facebook ha più di
241mila follower, circa 20mila in più del Partito democratico (Pd).
L’organizzazione d’ispirazione fascista CasaPound ne ha quasi 234mila.
Alle elezioni del 4 marzo ha candidato alla presidenza del consiglio il
suo segretario, Simone Di Stefano. “Siamo cresciuti da soli, senza
l’aiuto dei mezzi d’informazione”, afferma Adriano Da Pozzo, uno dei
leader di Forza nuova. “Gli altri partiti vogliono promuovere i loro
candidati, noi vogliamo promuovere le nostre idee”. Il gruppo di estrema
destra ha offerto assistenza legale a Traini. L’odio in rete Le
organizzazioni antifasciste sostengono che l’espansione dei partiti e
dei gruppi di estrema destra dipende anche dalla riluttanza delle
istituzioni a prendere provvedimenti. La proposta di legge presentata
nel 2017 alla camera dal deputato del Pd Emanuele Fiano per proibire la
propaganda fascista prevede pene detentive fino a due anni per chi vende
souvenir fascisti o fa il saluto romano, considerato un reato sia in
Austria sia in Germania. A causa dell’opposizione di Forza Italia e
della Lega, il provvedimento è stato bloccato al senato. “Siamo molto
preoccupati”, dice Carla Nespolo, presidente dell’Associazione nazionale
partigiani d’Italia (Anpi). “Questi nuovi fascisti attaccano i nostri
uffici. Sembra che non ci sia la volontà di fermarli. Abbiamo chiesto al
governo d’impedire la partecipazione dei partiti d’ispirazione fascista
alle elezioni, poiché sono incostituzionali, ma non abbiamo mai
ricevuto risposta”. La costituzione italiana prevede sanzioni per
“chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un
movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le
finalità” del partito fascista. Le autorità, tuttavia, non sono mai
intervenute contro CasaPound e Forza nuova, i cui iscritti esibiscono
svastiche e bandiere fasciste durante le manifestazioni. Lo scorso anno
l’Anpi ha stilato una lista di cinquecento siti internet che esaltano il
fascismo in Italia, chiedendo che fossero chiusi. Non è stato fatto
niente. “Sono siti che diffondono l’odio, specialmente contro i
migranti”, spiega Nespolo. “E lo fanno dando spazio, soprattutto sui
social network, a notizie false sui profughi”. Falsi resoconti di stupri
compiuti da richiedenti asilo sono condivisi migliaia di volte su
Facebook e Twitter. “Le notizie false hanno avuto un ruolo fondamentale
nella propaganda dell’estrema destra”, spiega Francesco Pira, sociologo
della comunicazione all’università di Messina. “Non sembra esserci
nessuna vigilanza in materia. Il problema non riguarda solo le notizie
totalmente false, ma anche quelle dove il termine ‘clandestini’ è usato
per descrivere i migranti, marchiando i richiedenti asilo come
criminali, uno dei miti più usati dalla propaganda della destra”. La
presidente della camera Laura Boldrini, spesso bersaglio di attacchi sul
web, ha proposto l’introduzione di multe e pene detentive per chi
diffonde notizie false. Ex portavoce dell’Alto commissariato delle
Nazioni unite per i rifugiati, Boldrini è nota per le sue posizioni di
apertura sull’accoglienza dei migranti. Subito dopo l’attacco di
Macerata, in rete è apparsa un’immagine della sua testa tagliata,
accompagnata dalla scritta: “Sgozzata da un nigeriano inferocito. Questa
è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici”.
L’aggressione di Macerata è avvenuta alcuni giorni dopo l’arresto di un
uomo nigeriano in relazione alla morte di una ragazza italiana, Pamela
Mastropietro, 18 anni, il cui corpo fatto a pezzi è stato ritrovato
nascosto in due valigie nei pressi della città marchigiana. La destra ha
sfruttato la morte della ragazza per promuovere il suo messaggio contro
gli immigrati. Mentre la destra raccoglie consensi, la figura di
Mussolini è protagonista anche sugli schermi dei cinema italiani nel
film satirico Sono tornato, che immagina il ritorno del dittatore
nell’Italia del 2018. “Gli italiani, a differenza dei tedeschi, non
hanno mai fatto i conti con Mussolini, non l’hanno mai rimosso”, ha
detto il regista Luca Miniero. “Osservando quello che succede oggi in
Italia, sono convinto che, se Mussolini tornasse, vincerebbe le
elezioni”.