il manifesto 9.2.18
Anche la Fiom in piazza domani: «Ma nessuna divisione con la Cgil»
Distinguo
Sindacali. Sfilera l’intera segreteria nazionale guidata da Francesca
Re David con pullman da tutto il centro- sud. Sotto accusa per la
gestione della "retromarcia" i dirigenti locali marchigiani
La Fiom in piazza
di Massimo Franchi
Alla
fine domani a Macerata una parte della Cgil ci sarà. L’intera
segreteria nazionale della Fiom più tanti pullman di metalmeccanici dal
centro sud e da qualche territorio del nord (Padova ad esempio).
Già
da mercoledì sera quando è arrivata la decisione di revocare l’adesione
alla manifestazione convocata dai centri sociali di Macerata, sui
social network la protesta della base Fiom si era fatta sentire.
L’attrazione della piazza per i metalmeccanici è troppo forte e, sebbene
già in mattinata erano stati organizzati presidi in molte città (Milano
e Bologna i primi), a Corso Trieste era già pronto il comunicato che
annunciava la presenza a Macerata.
La scelta naturalmente si pone
in contrasto con quella della segreteria generale della Cgil che ieri
sera aveva «accettato» l’invito «tardivo» del sindaco Romano Carancini
allo stop «a tutte le manifestazioni» per il rischio violenza. Ma dalla
Fiom ci tengono a precisare che «non c’è nessun distinguo con la
confederazione». Tanto è vero che prima di rendere pubblico il
comunicato Francesca Re David ha parlato a lungo con Susanna Camusso.
E
nello stesso comunicato non si alcun riferimento alla scelta della
Cgil. «Saremo presenti, come sempre, con le nostre modalità pacifiche,
aperte e inclusive. Non e’ accettabile – si legge – mettere sullo stesso
piano le manifestazioni antifasciste e le marce squadriste e razziste.
Gli spazi di partecipazione democratica contro l’odio e la violenza non
possono essere mai trattati come un problema di ordine pubblico. E’
necessaria una forte risposta democratica e pacifica alla violenza
fascista e razzista sempre più dilagante nel nostro Paese». Il
comunicato si conclude motivando la presenza a Macerata anche per «dare
forza alla manifestazione nazionale» annunciata dalla Cgil che si terrà
sabato 24 febbraio «per ribadire e affermare i valori dell’antifascismo
sanciti dalla nostra Costituzione».
Niente divisioni, dunque.
Niente ritorno ai lunghi anni delle manifestazioni Fiom che la Cgil non
apprezzava o contrastava apertamente (la «Via maestra» con Rodotà nel
2014, la Coalizione sociale del 2015) anche perché ora lo stesso
Maurizio Landini fa parte della segreteria confederale della Cgil a
guida unitaria.
Il giorno dopo arrivano anche nuovi elementi su
come si è arrivati alla revoca dell’adesione Cgil alla manifestazione di
sabato. Da più parti traspare fastidio per come è stata gestita
localmente la vicenda.
La Cgil di Macerata – tradizionalmente
moderata – infatti fin dal principio non era convinta di accodarsi ad
una manifestazione lanciata dai centri sociali. Le resistenze erano
state vinte con difficoltà anche grazie alla compresenza di Anpi e Arci
quando la richiesta del sindaco ha dato modo ai dirigenti cittadini di
chiamarsi fuori «per causa di forza maggiore». A quel punto da Roma la
stessa Susanna Camusso ha dovuto adeguarsi ad una situazione creata da
altri, spuntando almeno l’impegno di Anpi e Arci ad una «grande
manifestazione nazionale» da tenere a Roma. Sarà il week end
pre-elettorale: una vicinanza che ripaga in parte le amarezze su come è
stata gestita la «vertenza» Macerata.