il manifesto 7.2.18
Pechino, la sfida della crescita raccontata dal vero
«Cemento rosso» un libro per capire meglio la Cina di Giuliano Marrucci, per Mimesis
Chen Wen Ling, Red Memory
di Lorenzo M. Capisini
Il
giornalista di Report Giuliano Marrucci in Cemento rosso. Il secolo
cinese, mattone dopo mattone (Mimesis, pp. 180, euro 16) offre uno
sguardo documentato sulla Cina di oggi e sul frenetico cambiamento della
sua società urbana.
Il libro parte da una prospettiva
occidentale, ma si avvicina alla Repubblica Popolare con spirito aperto:
evita quelle generalizzazioni per cui la Cina pare fatta solo di numeri
sbalorditivi. I traguardi economici si accostano ai problemi di
ridistribuire la ricchezza e di adattare il welfare alle esigenze del
terzo millennio. Ad esempio, si spiega come il sistema
anagrafico-familiare che vincola la residenza (huji e hukou) si colleghi
all’erogazione dei servizi essenziali e come – in tempi di crisi –
possa essere ancora un paracadute per i più poveri.
TUTTAVIA, esso
comporta anche opportunità diseguali, specie in un Paese
geograficamente disomogeneo come la Cina. Non si tratta solo del divario
tra campagna e città, ma anche tra provincia e provincia. La Repubblica
Popolare perde così il suo aspetto monolitico, anche se l’aggettivo
«federalista», usato più volte, pare inadatto vista la storia che questo
termine ha avuto in Cina.
A PARTE ALCUNI PUNTI da
contestualizzare, la Repubblica Popolare emerge nel libro come un Paese
in via di sviluppo, che affronta la sfida della crescita cercando di
contenerne le distorsioni. Una prospettiva storica avrebbe potuto
spiegare che questo è un processo di lungo periodo e ha generato
discussioni. Le città e i quartieri fantasma oppure il connubio di
interventi repressioni e investimenti governativi nello Xinjiang sono
casi, presentati da Marrucci, che rispecchiano una classe politica con
idee eterogenee e in competizione tra loro. Per molti versi, uno
sviluppo così accelerato ha provocato semplicemente scelte affrettate.
L’INVESTIMENTO
CINESE nel cemento, come nel caso della Diga delle Tre Gole, si collega
appunto anche ad altri temi, solo accennati, come l’impatto ambientale e
una produzione energetica antiquata, basata sul carbone. Ancora, queste
relazioni non sono una novità e rinviano a un problema centrale: quello
politico. Il libro non lo tratta in maniera ampia, anche se offre
alcuni spunti interessanti. Primo, la «cauta internazionalizzazione»
della Repubblica Popolare rappresenterebbe una strategia per inserire il
Paese in intrecci economici globali ed evitare un’implosione simile a
quella dell’Urss. Secondo, la capacità della Cina di diventare un Paese
leader dipenderebbe dalla sua capacità di trovare una soluzione ai
problemi dello sviluppo urbano.
EPPURE, DIMENSIONE internazionale e
nazionale sono interdipendenti. Il tema della modernizzazione è stato
il leitmotiv di una nutrita storiografia sul Novecento cinese, ma oggi
appare con sempre maggiore forza come sia necessaria un’osmosi
internazionale di idee e persone per mettere un Paese all’avanguardia.
LA
POLITICA ESTERA di Pechino è ancora lontana dal proporre un modello
compiuto di leadership e le questioni aperte nel Mar Cinese Meridionale
lo dimostrano. Se il mondo dipenderà dalle città cinesi del futuro, come
conclude Marrucci, queste ultime dipenderanno anche dalle relazioni
internazionali che Pechino riuscirà a intessere.
Cemento rosso
rimane un ottimo strumento per un primo approccio alla Cina, abbastanza
scorrevole e sorretto da un’ampia gamma di statistiche.