il manifesto 2.2.18
Legge sull’Olocausto, lo sdegno di Israele
Polonia.
Il mondo politico israeliano unanime nel condannare quella che descrive
come una «falsificazione della storia» attuata da Varsavia. Ma lo
scrittore Etgar Keret esorta a permettere un libero dibattito.
«Non
lasceremo che questa decisione passi senza reazioni. L’antisemitismo
polacco ha alimentato la Shoah». È stato perentorio il ministro
israeliano Yoav Gallant nel bocciare la legge sull’Olocausto approvata
dal Senato polacco.
Ieri per tutto il giorno un’ondata di sdegno
ha attraversato il mondo politico israeliano, unanime nel descrivere la
mossa della Polonia come una «falsificazione della storia» volta a
cancellare le responsabilità polacche nello sterminio degli ebrei
attuato dai nazisti.
L’ex ministra degli esteri Tzipi Livni ha
accusato Varsavia di «un doppio sputo in faccia ad Israele, sia come
nazione del popolo ebraico che contro il primo ministro Netanyahu che
aveva detto di aver raggiunto un accordo con i polacchi». Livni ha
perciò chiesto al governo di «rispondere con fermezza e di porre in
agenda la documentazione dei crimini dei polacchi durante l’Olocausto».
Israele
assicura che non resterà a guardare e alcuni deputati esortano la
Knesset ad approvate leggi sulla Shoah di contrasto a quella votata in
Polonia.
Non manca chi invita ad andare oltre la rabbia e lo sdegno.
Secondo
lo scrittore Etgar Keret si deve permettere un libero dibattito sulla
storia. Israele, ha ricordato Keret, con la legge sulla Nabka non
permette alla minoranza araba di considerare l’anniversario della
nascita di Israele come un giorno tragico per il popolo palestinese.