il manifesto 24.2.18
Il Pd c’è ma ha paura dei fischi, sul
palco solo l’Anpi e i ragazzi. Renzi farà solo un breve tratto del
corteo, Gentiloni sotto il palco? Leu quasi al completo. Organizzatori
ottimisti: «Risposta sorprendente». Interverrà in video messaggio anche
Liliana Segre
Organizzatori ottimisti: «Risposta sorprendente». Interverrà in video messaggio anche Liliana Segre
di Daniela Preziosi
«E’
stato tollerato troppo, è stato sdoganato troppo. La manifestazione
“Mai più fascismi, mai più razzismi” sarà una risposta a quanto sta
succedendo in Italia e in Europa, ma anche l’inizio di un’altra
stagione: stiamo già organizzando un 25 aprile in cento piazze, e così
poi il 2 giugno, festa della Repubblica nel 70esimo della Costituzione,
bisogna tornare a far sentire la presenza democratica e antifascista in
tutte le città». Dalla sala macchine dell’Anpi Carlo Ghezzi racconta
della risposta sorprendente, del superamento «degli obiettivi che molte
città si erano date». E questo nonostante fischi il vento e infuri la
bufera: fuor di metafora, sono annunciati Burian e la pioggia, ma i
vecchi leoni (e le leonesse) che non si sono fatti fermare dal
nazi-fascismo non capitolano di fronte al meteo.
GHEZZI ELENCA LE
PRESENZE annunciate oggi a Roma al corteo che parte alle 13 e 30 da
piazza della Repubblica e arriva alle 15 a piazza del Popolo. Lì un
gruppo di ragazzi leggerà lettere di partigiani e brani delle leggi
razziali. Verrà proiettato il messaggio video della senatrice a vita
Liliana Segre. Sul palco nessun politico, il discorso finale sarà di
Carla Nespoli, presidente dell’Anpi.
UNA VITA NEL SINDACATO, ora
alla fondazione Di Vittorio e nel comitato nazionale dell’Anpi, Ghezzi è
un dirigente realista non incline ai toni enfatici. Eppure l’elenco
delle presenze è davvero lungo: decine di gonfaloni delle città, fra cui
quelle di Milano, Napoli, e della città metropolitana di Roma. Ci sarà
probabilmente anche quello di Macerata portato dal sindaco Carancini che
due giorni fa ha ricevuto minacce contro i suoi figli. L’aria che tira
nel paese è questa, e se il ministro dell’interno Marco Minniti si
adopera per negare «l’escalation», non c’è da abbassare la guardia.
Sfileranno anche le insegne della regione Toscana e della Regione Lazio.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, ha
aderito ma non ci sarà: il sabato è «giorno dedicato ritualmente alle
attività di culto e preghiera».
LO STRISCIONE DI APERTURA sarà
portato dai rappresentanti delle ventitré associazioni firmatarie
dell’appello che chiede lo scioglimento delle organizzazioni ispirate al
fascismo e lancia «un allarme democratico» per i crescenti fenomeni di
xenofobia. In prima fila le associazioni della Resistenza (Anpi, Anppia,
Aned, Fivl, Fiap), poi i sindacati confederali Cgil Cisl e Uil, Libera,
Arci, Acli, Comitati Dossetti, Coordinamento democrazia costituzionale,
Istituto Cervi, Uisp, Ars, Altra Europa, Articolo 21, Libertà e
Giustizia.
IN MEZZO ALLE ASSOCIAZIONI, i quattro partiti firmatari
dell’appello e che quindi dovrebbero darsi da fare – anche dopo la
campagna elettorale – per lo scioglimento delle associazioni che si
richiamano apertamente al fascismo: Pd, Liberi e Uguali, Prc e Pci (ex
Pdci-Pcdi). Per il momento comunque la passerella «antifà» è assicurata.
Il leader del Pd Matteo Renzi ha confermato la sua presenza. Al
Nazareno programmano di farlo arrivare in un tratto finale del corteo,
poco prima dell’arrivo. Si teme qualche fischio, non sarebbe un’immagine
bella far circolare sulla rete e sulle tv a una settimana dal voto.
MA
LA VERA STAR POLITICA del corteo potrebbe essere il premier Paolo
Gentiloni. La sua presenza fino a ieri non era ancora confermata causa
le perplessità del Viminale: la partecipazione a un evento del genere
sarebbe un unicum, un evento ad alto tasso simbolico. Ma porrebbe molti
problemi di sicurezza: in città ci sono altri quattro cortei e il
livello di allarme è alto.
ANCHE SE LE «PIAZZE» considerate più a
rischio sono altre: quella di Milano, dove contro la manifestazione
della Lega e il comizio di Casapound ci sarà un corteo antifascista. E a
Palermo dove arriva Roberto Fiore, leader di Forza nuova, dopo il
pestaggio del suo capo locale: anche lì sono stato organizzate
contro-manifestazioni. In fondo Roma è la città meno “calda” del week
end. Il premier potrebbe arrivare sotto il palco di piazza del Popolo, a
fine corteo.
QUASI AL COMPLETO LEU: ci sarà Bersani, Grasso,
Laura Boldrini, Speranza e Fratoianni. Non D’Alema, che resta in Puglia
per il finale della campagna elettorale. E neanche Civati: ieri è andato
a Brescia a portare la sua vicinanza ai ragazzi del centro sociale
Magazzino 47 alla cui biblioteca giovedì notte è stato dato fuoco.
Civati oggi resta in città, dove del resto è candidato. Non ci sarà
neanche Potere al popolo: a Roma manifesta contro la Legge Fornero e
contro il jobs act e al mattino «processerà» con «una giuria popolare»
la legge Fornero sulle pensioni alla Città dell’altra economia. E a
Palermo e Milano nei cortei antifascisti di movimento.