il manifesto 23.2.18
Trump: «Armiamo i professori». Il padre di una vittima: «Sì, ma di conoscenza»
Stati uniti. Mass shooting nelle scuole e armi facili, Barack e Michelle Obama si schierano «con i giovani che dicono basta»
La protesta degli studenti a Parkland, Florida
di Marina Catucci
Il
tema del controllo delle armi continua a mettere in crisi Trump che ha
ricevuto alla Casa Bianca una delegazione di ragazzi sopravvissuti,
genitori delle vittime e insegnanti del liceo Douglas di Parkland in
Florida. Mentre si svolgeva l’incontro, fuori la Casa Bianca si teneva
una manifestazione, così come accade dal giorno successivo la
sparatoria, per chiedere una regolamentazione delle armi. nell’incontro
con Trump, trasmesso in diretta da vari network tv, i toni si sono
accesi, sono scorse lacrime, parole di dolore e rabbia: «Sono incazzato
perché non vedrò più mia figlia. Quanti altri ragazzi ancora? – ha detto
uno dei padri – Non chiuderò occhio finché non si farà qualcosa».
LA
RISPOSTA che è arrivata è a dir poco incongrua, infatti per l’inquilino
della Casa bianca la soluzione per evitare mass shooting nelle scuole
d’America sta nell’aumentare il numero di armi e nell’armare insegnanti
appositamente formati. «Una zona senza armi, per un maniaco è un invito a
entrare e attaccare perché sono tutti codardi – ha detto Trump – Ma se
ci fossero degli insegnanti capaci di usare le armi da fuoco, questi
potrebbero mettere fine all’attacco molto velocemente», specificando poi
che questo «varrebbe solo per quei i professori che hanno frequentato
un addestramento speciale» e per un 20% del corpo docente.
Suscitando
reazioni non proprio positive: «Gli insegnanti vanno piuttosto armati
di conoscenza per prevenire queste stragi, per identificare i ragazzi a
rischio prima che arrivino a quel punto – ha affermato Nicole Hockey,
che ha perso il figlio di 6 anni nella strage nella scuola elementare
Sandy Hook in Connecticut – Per favore parliamo di prevenzione. Aiutiamo
la gente prima che arrivi ad una strage».
UNA SITUAZIONE simile
l’ha vissuta anche il senatore Gop Marco Rubio in un incontro con
studenti del liceo Douglas, parlamentari e rappresentanti della Nra
(National Rifle Association), trasmesso dalla Cnn; Rubio si è detto
contrario ad armare gli insegnanti, ma si è rifiutato di promettere che
non accetterà più finanziamenti dalla Nra che per la sua campagna come
senatore ha speso un milioni di dollari.
Mentre la Nra fa fuoco e
fiamme anche per la proposta di alzare l’età minima per possedere
un’arma, da 18 a 21 anni e accusa i media «di amare i mass shooting» e
di soffiare sul fuoco, a sostegno dei ragazzi contro le armi sono
arrivati Barack e Michelle Obama; «I giovani hanno contribuito a guidare
tutti i nostri grandi movimenti. – ha scritto l’ex presidente – È
stimolante vedere di nuovo così tanti studenti intelligenti e impavidi
che difendono il loro diritto di essere al sicuro, marciare e
organizzarsi per rifare il mondo come dovrebbe essere. Vi stavamo
aspettando. Vi guardiamo le spalle».