il manifesto 20.2.18
La polizia carica chi contesta Casa Pound
di Adriana Pollice
NAPOLI
«L’arroganza, la protervia di un gruppo di manigoldi che hanno bloccato
un punto centrale di Napoli lascia un livello di inquietudine. C’è una
strategia mirata per colpire le forze dell’ordine». È il commento del
questore di Napoli, Antonio De Jesu, domenica sera dopo le ripetute
cariche delle forze dell’ordine contro il corteo antifascista sceso in
strada per protestare contro l’iniziativa elettorale di Casa Pound, con
il leader nazionale Simone Di Stefano ospite d’onore all’hotel Ramada.
L’albergo
era protetto da reti e camionette, droni e idranti, praticamente
irraggiungibile. Oltre 200 tra poliziotti e carabinieri schierati dalle
14. Il corteo (circa 400 manifestanti) ha evitato in ogni modo il
contatto con i reparti, sfilando per il Vasto e attraversando piazza
Garibaldi. Arrivati all’hotel Terminus, il corteo ha seminato il
dispositivo di sicurezza e, imboccato un vicolo, è sbucato nello slargo
che si biforca: a destra la strada che porta al Ramada, a sinistra corso
Lucci, entrambi bloccati da reparti e camionette.
Una delegazione
si è mossa per contrattare il passaggio proprio da corso Lucci ma a
gestire l’ordine c’era il vicequestore Maurizio Fiorillo: protagonista
delle cronache sul G8 di Genova 2001 mentre a settembre 2015, in
occasione della visita di Matteo Renzi a Napoli, i manifestanti hanno
raccontato che avrebbe urlato a più di uno «ti sparo in testa!».
Domenica ha replicato: «Vi faccio vedere io come ve ne andate». Così è
partita a freddo la carica che ha colpito il corteo alla testa e alla
coda. Chi è scappato verso la Stazione centrale è stato bloccato contro
il muro perimetrale e fermato manganelli alla mano.
Una decina i
feriti, in tre hanno avuto bisogno di cure mediche: due per i colpi alla
testa e uno per sospetta lesione ai tendini della mano. I manifestanti
sono stati tenuti per un’ora in fila, in piedi faccia al muro e
perquisiti, scene da dittatura. In 24 sono stati portati in questura
(tre i minori), 23 i denunciati. I manifestanti si sono radunati
all’ingresso della questura e sono stati caricati ancora. Le numerose
immagini diffuse in rete mostrano la natura pacifica del corteo:
«Nessuna molotov come qualcuno ha scritto – raccontano – e neppure
provocazioni. Gli unici petardi esplosi sono stati quelli dopo la carica
per cercare di rallentare la caccia all’uomo».
Mentre l’imponente
servizio d’ordine sigillava ogni accesso al Ramada, Di Stefano
arringava i suoi seguaci con «faremo volare le sedie in Parlamento» e
«siamo i gloriosi eredi del fascismo italiano» con tanto di standing
ovation. Il sindaco, Luigi de Magistris, ha commentato: «È una cosa
aberrante, si sta ponendo un crinale in cui si equiparano fascismo e
antifascismo». Ieri i manifestanti si sono riuniti in assemblea e poi
sono andati in corteo sotto la sede del Pd.