il manifesto 18.2.18
All’«Internazionale nera» risponde la Sofia antifascista
Bulgaria. La Bulgaria è nel semestre di presidenza Ue. Il premier ha dato l’ok alla sfilata neonazi
Nazisti bulgari picchettano di fronte alla casa di Hristo Lukov antisemita bulgaro ucciso dai partigiani comunisti nel 1943
di Yurii Colombo
Ieri
«l’internazionale nera» si era data appuntamento a Sofia. L’occasione
era il 75esimo anniversario della morte del leader nazista bulgaro
Hristo Lukov ucciso dai partigiani comunisti il 13 febbraio del 1943.
Lukov era un generale bulgaro che resse il ministero della guerra tra il
1935 e il 1938. Durante la sua partecipazione al governo invocò la
«Legge per la protezione della nazione» – ben presto approvata – che
proibiva il matrimonio tra ebrei e bulgari, l’imposizione di tasse
proibitive nei confronti delle aziende semite, il divieto ai cittadini
di «razza ebrea» di frequentare l’università.
IN SEGUITÒ FONDÒ
l’organizzazione nazista «Unione delle legioni nazionali bulgare»,
formazione affine alla rumena «Guardia di ferro» che si distingueva per i
pogrom antisemiti, xenofobia, tradizionalismo, culto della gerarchia.
La sua organizzazione giovanile aveva come logo la svastica e collaborò
attivamente con la Wehrmacht durante la Seconda guerra mondiale. La sua
«Legione» partecipò alla caccia degli ebrei nei territori occupati dai
bulgari nel nord della Grecia, in Serbia e Macedonia, che portò alla
deportazione di 11.300 persone nell’inferno del campo di concentramento
di Treblinka.
IL RADUNO, aveva avuto un prologo venerdì sera
quando dopo una riunione a porte chiuse, i nazisti si erano ritrovati in
un club della capitale per il concerto di un gruppo rock russo di
estrema destra.
Alla manifestazione di ieri organizzata da due
formazione neofasciste bulgare, l’«Unione nazionale bulgara» e la
«Resistenza nazionale bulgara» hanno aderito la tedesca «Europa
svegliati!», formazioni dell’estrema destra svedese, rumena e ungherese e
la famigerata Alba Dorata greca che ha raggiunto Sofia con due
torpedoni, scortati dalla polizia sin dal confine. Purtroppo il governo
bulgaro da sempre autorizza quello che è diventato ormai un appuntamento
fisso della destra europea.
QUEST’ANNO però nel pieno semestre di
presidenza bulgara dell’Unione europea ci si attendeva che il governo
di centro-destra con un gesto di responsabilità democratica vietasse il
raduno. Già da settimane il Partito socialista, il sindaco di Sofia
Yordanka Fandukova e «Antifa Sofia» avevano chiesto la proibizione della
parata nazista nel centro della capitale. La comunità ebraica si era
mobilitata raccogliendo 178mila firme online contro la manifestazione,
mentre il vice presidente mondiale della Comunità Ebraica Robert Singer
si era appellato alla Commissione europea perché facesse pressione sul
governo per impedire quella che nel comunicato della comunità ebraica
era stata definita una «ignobile messa in scena». Mercoledì anche il
governo russo si era dichiarato «preoccupato per le reiterate
manifestazioni neonaziste nel centro Europa».
E IERI MATTINA è
arrivato anche un appello di alcuni deputati del Congresso americano che
chiedevano, in extremis, che la manifestazione fosse vietata. Malgrado
ciò Boyko Borisov, il primo ministro bulgaro, ha confermato
l’autorizzazione al raduno. Alla fiaccolata neonazista a cui hanno
partecipato inquadrati in file ordinate circa 1.500 persone, sono stati
lanciati slogan contro l’Ue, contro il cosmopolitismo e l’«invasione
della razza negra». Massiccia la presenza di forze dell’ordine: il
ministero degli interni ha mobilitato oltre 6mila poliziotti.
Alla
contromanifestazione indetta dal partito socialista e aperta da un
grande striscione «No ai nazisti nelle nostre strade» hanno aderito vari
raggruppamenti della sinistra bulgara, associazioni dei diritti umani e
dei sindacati; hanno partecipato anche delegazioni della sinistra
rumena e ucraina. Il corteo composto da circa 15mila persone si è
snodato dal giardino vicino alla Museo di Storia passando per la sede
dell’Ue per poi concludersi davanti alla sede del municipio.
Durante
il corteo un gruppo di 500 attivisti di «Sofia Antifa» si è staccato
dalla manifestazione ufficiale cercando di raggiungere la fiaccolata
neofascista. Pur non riuscendo nel loro scopo hanno impegnato le forze
dell’ordine in scontri che sono terminati solo a tarda sera.