mercoledì 14 febbraio 2018

il manifesto 14.2.18
Mary Gauthier, psicoterapia rock militante
Note sparse. Ritorno convincente per la musicista americana con «Rifles & Rosary Beads», un album che racconta il dramma dei suicidi fra i reduci dalle guerre in America
Mary Gauthier
di Guido Festinese


Mary Gauthier è un nome ben noto agli appassionati di «Americana», quel genere composito in cui si incrociano mille rivoli musicali del grande fiume del songwriting. Ha una voce potente ed amara, e le sue canzoni sono come sporgenze su un muro liscio cui attaccarsi per non precipitare nel vuoto: esorcismo di una vita ulcerata da molte tragedie e molti demoni interiori. Questa volta però cambia lo scenario, non più personale: le undici tracce di «Fucili e grani di rosario» sono nate dalla stretta collaborazione di Gauthier con i reduci delle mille missioni militari degli Usa nel mondo e le loro famiglie.
Una sorta di psicoterapia in rock militante, per rintuzzare l’assedio dei terribili demoni della paranoia da guerra vera, quella per cui centinaia di ex soldati si uccidono ogni anno nel Paese delle Opportunità. Un disco decisamente crudo, quanto diretto, implacabile, e con un merito in più: la traduzione in italiano dei testi presente nel disco.