Il Fatto 9.2.18
“Il no alla piazza è sbagliato e inquietante”
Sergio Cofferati - L’europarlamentare: “Prima di disdire il corteo la Cgil avrebbe dovuto chiedere spiegazioni”
intervista di Luca De Carolis
“La
decisione del sindaco di Macerata è sbagliata e incomprensibile, per
certi versi inquietante. Fossi stato nella Cgil e nelle altre
associazioni, prima di disdire la manifestazione di sabato avrei preteso
spiegazioni da lui e dal Viminale. Ci sono problemi di sicurezza a
Macerata, e quali? Qualcuno vuole attuare scontri? Sono domande a cui
devono rispondere”. L’europarlamentare Sergio Cofferati, ex segretario
della Cgil e ora candidato di LeU in un collegio di Genova, lo ripete
più volte: l’assalto armato di Luca Traini è stato “un atto
terroristico”, a cui si risponde “mostrando innanzitutto i propri
princìpi nelle piazze”.
Raccontano che il sindaco abbia implorato
il sindacato e le associazioni di non tenere il corteo a Macerata. E
comunque il ministro dell’Interno Minniti gli ha dato pieno appoggio.
Quello
di Macerata è stato un atto di terrorismo, pianificato, meditato e
rivendicato: non il gesto di un folle. E proibire una risposta
democratica a tutto questo non ha senso, innanzitutto per la comunità di
Macerata.
E allora perché questo divieto? Per osservare il silenzio sulla vicenda predicato da Matteo Renzi?
Non
ne conosco le ragioni e non faccio processi alle intenzioni. Di certo
si tratta di un grave segno di debolezza, peraltro immotivato.
Debolezza verso i fascisti?
Nei confronti dei fascisti, e in generale verso tutti coloro che hanno intenzioni violente.
Magari il sindaco ha paura che il clima si esasperi.
Mi
scusi, ma può avere paura di una manifestazione pacifica? Tanto più che
la Cgil e l’Anpi sanno organizzare piazze di questo genere. Sanno come
si fa.
Però hanno subito accettato di disdire il corteo.
Spero
che gli organizzatori ci ripensino. Ma prima di prendere questa scelta
io avrei comunque preteso di conoscere le ragioni del divieto. Se ci
sono problemi di ordine pubblico, e a Macerata non mi risulta che ci
siano mai stati, va detto.
Molti nell’Anpi contestano la scelta di non andare. E c’è malumore anche nella Cgil.
Capisco
le manifestazioni di malessere nelle organizzazioni. Ci sono tante
persone abituate a manifestare per rilanciare i valori della
Costituzione.
Il Pd, come i 5Stelle, hanno predicato il silenzio sui fatti di Macerata. Lo fanno per motivi elettorali?
Io
dico che l’essenziale è confrontarsi sui programmi e sulle idee, senza
insultarsi. Ma questo non significa essere arrendevoli. Io non faccio un
passo indietro rispetto ai miei valori.
Eppure i dem sembrano afoni.
Ho
letto un’intervista di Graziano Delrio (a Repubblica, ndr) in cui il
ministro si schiera contro i rigurgiti fascisti. Ma se pensa quello che
ha detto allora dovrebbe spingere perché si faccia la manifestazione. E
convincere Minniti, visto che fanno parte dello stesso governo.
A
proposito del ministro dell’Interno: in due interviste ha spiegato di
“aver fermato gli sbarchi perché aveva previsto gli spari”.
Le trovo parole inquietanti.
Ma perché c’è questo clima? Perché si riparla di fascismo che torna e cresce?
Perché
non abbiamo fatto vivere nel modo giusto certi valori. Siamo stati
deboli, dando per scontato che fossimo in una democrazia con tutti i
suoi anticorpi.
Ora che succederà?
Temo che non succederà
nulla. Penso che il sindaco non cambierà decisione per non ammettere
l’errore, e che il ministero dell’Interno farà lo stesso.
Niente corteo, insomma.
Però c’è ancora tempo: per organizzarlo, e per ottenere certe risposte. Che vanno date, comunque.