Il Fatto 19.2.18
Via De Luca jr. e Renzi insulta Fanpage: cronista aggredita
Tensioni al convegno del Pd dopo l’annuncio di Roberto che attacca il sito autore dello scoop: “Montaggio strumentale”
di Vincenzo Iurillo
Dimissioni
e scaricabarile. L’exit strategy di Roberto De Luca va in due
direzioni. Sul versante politico, il colpo di teatro delle dimissioni da
assessore al Bilancio di Salerno. Roberto le ha annunciate ieri mattina
a sorpresa durante una convention dei candidati Pd al Grand Hotel
Salerno, alla presenza del padre, il governatore della Campania Vincenzo
De Luca. Sul versante giudiziario, una difesa che punta a smontare la
genuinità dei video di Fanpage – “montaggio strumentale e visione
distorta rispetto alla versione integrale”, scrive l’avvocato Andrea
Castaldo – e ad accollare tutte le responsabilità su Francesco Colletta,
il ‘mediatore’ dell’incontro con l’ex boss di camorra Nunzio Perrella
per discutere di appalti per lo smaltimento delle ecoballe, un affare da
oltre 400 milioni di euro di competenza della Regione Campania.
L’obiettivo è quello di derubricare le accuse di corruzione a millantato
credito, di cui risponderebbe solo Colletta. Il commercialista di Angri
è l’unico ad accettare (e rilanciare) le proposte di tangenti “del
10-15%” nell’ultimo dei tre incontri con Perrella, peraltro avvenuto in
assenza di De Luca jr. Se questa linea fosse accolta dalla Procura di
Napoli, e ci sono buone possibilità in tal senso, Roberto potrebbe
ottenere una rapida archiviazione. E tornare a fare l’assessore a
elezioni avvenute e bufera superata.
Sì, perché ieri De Luca jr ha
dosato bene le parole. “Ho ricevuto attestati di stima e solidarietà,
anche da tanti avversari politici, dopo la vicenda oscura in cui sono
stato coinvolto. È chiaro a tutti che è stata messa in piedi una
provocazione vergognosa addirittura con l’ingaggio di ex camorristi. Ma
non intendo offrire alibi a nessuno, né pretesti per operazioni di
aggressione politica. Quindi rimetto il mio mandato di assessore al
Comune di Salerno”. Il sindaco è Vincenzo Napoli, già ex vice sindaco di
De Luca padre. Napoli è il cappello del governatore della Campania su
Salerno: potrebbe decidere di congelare le deleghe, in attesa che il
peggio sia passato. Ieri De Luca padre si è visibilmente commosso e
qualcuno giura di averlo visto in lacrime mentre il figlio si dimetteva.
Ma
non c’era altra strada. La pressione su Roberto era insostenibile e le
ripercussioni elettorali di questa storia, in assenza di un segnale
forte, sarebbero state incalcolabili. Persino Matteo Renzi, sabato in
tour elettorale a Napoli, aveva chiesto in privato un passo indietro del
rampollo del governatore. Lo ha ottenuto e lo apprezza: “Sono un gesto
personale che lui ha fatto con grande serietà, grande rispetto perché
dice di non aver fatto niente. Penso e spero che querelerà Luigi Di Maio
che gli ha dato dell’assassino e spero che Di Maio rinunci all’immunità
parlamentare, se è un uomo” ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi a
In 1/2 ora in più.
“Aspetto la querela di De Luca (se mai
arriverà visto che oggi si è dimesso), ma soprattutto aspetto una dura
presa di posizione da parte di Renzi e Gentiloni contro l’aggressione Pd
alla giornalista di Fanpage“ ha replicato il candidato premier del M5s
sui social, che aggiunge: “Sono nati comunisti, stanno morendo
squadristi”. Ieri, infatti, è successo anche questo. Una videoreporter
di Fanpage, Gaia Bozza, nel tentativo di fare qualche domanda a Roberto
De Luca, seduto in prima fila della sala convegni insieme al fratello
Piero (capolista Pd della Camera a Caserta e candidato nel collegio
uninominale di Salerno) e al padre Vincenzo, è stata aggredita da una
supporter della ‘family’. Uno spintone, uno schiaffo sulla telecamera,
un tentativo di sberla al viso non andato a segno. “De Luca è numero
uno, no questa monnezza”, le parole della signora davanti alla
telecamera.
Le dimissioni di De Luca jr non placano gli animi dei
grillini. Oggi il gruppo M5s in Campania darà vita a un flash mob “per
invocare la cacciata della dynasty dei De Luca dalle istituzioni”. Alle
11.30 parlamentari, candidati e attivisti organizzeranno presidi
simultanei davanti ai palazzi della Regione Campania e del Comune di
Salerno. “Il figlio assessore l’abbiamo fatto fuori ma non basta che i
De Luca siano fuori dalle istituzioni. Vogliamo che se ne vadano anche
tutti i loro uomini, eterodiretti dal governatore”.