Il Fatto 17.2.18
Le mie domande a Franceschini censurate su la7
di Vittorio Emiliani
Mercoledì
14 febbraio vengo interpellato da La7 per registrare alcune brevi
domande da porre al ministro della Cultura, Dario Franceschini, in
studio il giorno dopo a L’aria che tira. Ignoro che altrettanto venga
richiesto parallelamente a Tomaso Montanari.
Li metto in guardia
su un fatto: Franceschini non ama domande pungenti, scantona appena può;
a proposito del Manifesto per la tutela firmato da oltre cento esperti,
ex soprintendenti, ex direttori di Musei, molto polemici verso le sua
“riforme”, ha commentato “Sono i soliti nemici”, e via. Però accedo alla
richiesta: sono in tutto 40 secondi.
Sto guardando la
trasmissione, quando da La7 mi comunicano imbarazzati che le mie domande
non andranno in onda. “Censurate, vero?”, chiedo amabilmente. Parole
smozzicate sulla trasmissione già in ritardo, purtroppo… Lascio perdere.
Loro del resto ci hanno provato. Mandano il breve intervento di Tomaso
Montanari, polemico ovviamente. E il ministro ancora una volta
slalomeggia con la furbesca motivazione che “Montanari ormai è un
politico e non più uno storico dell’arte”…
Dario Franceschini,
che, oltre a essere un ex giovane dc, viene da Ferrara e s’intende di
anguille, evita di cacciarsi nei guai di fronte a certe domande. Non
risponde con la scusa del tempo che manca e tanti saluti.
Ecco le
mie domande, tutte basate su dati e fatti inoppugnabili: “Matteo Renzi
ha scritto tempo fa che ‘sovrintendente’ è il termine più brutto,
fastidioso, odioso, di tutta la burocrazia. Lei è d’accordo?”
“Maria
Elena Boschi, in un duetto televisivo da Vespa con Matteo Salvini, ha
assicurato che le Soprintendenze sono state già indebolite e verranno
magari abolite. Lei è d’accordo?”
“Agli Uffizi e a Pitti i
biglietti sono rincarati di un terzo e adesso costano un po’ più di
quelli del Louvre. Una visita alla Venaria Reale costa 20 euro più di
una visita alla Reggia di Versailles. Facile far soldi così. È giusto in
un Paese in cui 7 cittadini su 10 dichiarano di non essere mai entrati
in un museo?”
“Nel sito del ministero si legge che al Pantheon nel
2017 sono entrate più di 8 milioni di persone. Lo sa che sono oltre
22.000 al giorno, cioè una curva e mezzo dello Stadio Olimpico? Non è un
po’ una statistica da film con Totò e Peppino che si vendono il
Pantheon?”.
Fare l’anguilla non era facile, lo riconosco. E magari adesso Franceschini darà la colpa a La7…