Corriere 5.2.18
Terrore a Macerata, troppo facile passare dalle parole alle armi
di Guido Olimpio
La
tentata strage di Macerata è forse un punto di inizio per l’Italia e il
proseguimento di quanto visto prima negli Usa e quindi in Europa. Un
sentiero marcato da alcuni segnali.
Primo. È un atto di
terrorismo, inutile cercare altre definizioni. Un’esplosione di violenza
in parte attesa, diretta conseguenza dell’epoca che viviamo e delle
parole che girano. Dimostra quanto sia facile passare dalle parole alle
armi. Basta avere una pistola ed esser pronti a usarla.
Secondo. È
anche una forma di terrorismo «personale». Il gesto ha una base
ideologica ben chiara — saranno i magistrati a chiarire quanto profonda —
ma ci sono aspetti legati al profilo del protagonista. Vita complicata,
molti lavori segnati da fallimenti, instabilità. Possibile che le
seconde abbiano fatto da detonatore contingente. È avvenuto in molti
casi di stragisti di massa statunitensi e simpatizzanti del Califfo.
Prevengo le eventuali riserve di qualcuno: non intendo dare alcuna
attenuante al «tiratore», solo cercare di inquadrare meglio la figura.
Le generalizzazioni non aiutano a stoppare i criminali.
Terzo.
L’Italia in pochi mesi ha già registrato due eventi drammatici. Oltre al
raid a colpi di pistola di sabato contro i cittadini africani, c’è
stato l’attacco a bordo di un mezzo contro un mercatino di Natale a
Sondrio. Il responsabile era sotto l’effetto dell’alcol però era deciso a
compiere un massacro copiando i metodi dello Stato Islamico. Per
fortuna non c’è riuscito, ma ha confermato l’emulazione, favorita dal
messaggio mediatico che passa attraverso i canali tradizionali e i
social.
Quarto. L’Isis è una minaccia continua, ha fatto centinaia
di vittime. Non va però sottovalutato il pericolo di neonazi e
xenofobi. Hanno colpito facendo vittime una moschea in Canada e un’altra
a Londra, è stata assassinata la deputata britannica Joe Cox, ci sono
stati episodi gravi negli Stati Uniti. Temo non siano fatti isolati,
bensì l’emergere di una tendenza che cavalca paure e alza la testa
mentre prima se ne stava in angoli nascosti. Se esce allo scoperto è
perché sa di poterlo fare trovando consensi.