Corriere 26.2.18
Il saggio di Michela Ponzani e Massimiliano Griner (Rizzoli)
Ortensia e le altre, la libertà delle donne di Roma
di Alice Patrioli
Roma,
I secolo a.C.: 1.400 matrone vengono obbligate a contribuire alle spese
militari, in loro difesa si alza la voce di Ortensia, figlia
dell’oratore Quinto Ortensio Ortalo e oratrice lei stessa. La sua
argomentazione suona lucida, coerente e attuale: perché le donne
dovrebbero pagare per le spese di una guerra condotta dagli uomini
quando sono escluse da ogni incarico pubblico? La voce di Ortensia è una
delle prime che s’incontrano nel volume Donne di Roma (Rizzoli) di
Michela Ponzani e Massimiliano Griner: nelle pagine del saggio,
avvincente e ben documentato, si susseguono ritratti di donne che
dall’antichità fino ai nostri giorni hanno vissuto, amato, sofferto e
combattuto nella città dei Cesari e dei Papi.
L’universo femminile
di Roma a volte prende corpo e nome — quello di Bellezza Orsini,
processata per stregoneria o di Beatrice Cenci, condannata per
parricidio — ma più spesso resta nell’anonimato delle generazioni di
donne sottoposte all’arbitrio degli uomini: giovani madri costrette ad
abbandonare i propri figli perché nati fuori dal matrimonio, mogli
richiuse nei manicomi dai mariti perché il loro comportamento non
corrispondeva a quello prescritto dalle norme sociali. Bisogna attendere
il 1848, con la sua portata rivoluzionaria, perché le donne romane
sperimentino una libertà di parola e di pensiero mai conosciuta prima e i
giorni della Repubblica romana per vederle prendere posto sulle
barricate in aiuto degli insorti.
Lo stesso coraggio, benché
accompagnato da un dilemma interiore ben più complesso, anima le
partigiane che combattono nei Gap: tra tutte, Maria Teresa Regard, nome
di battaglia «Piera», e Carla Capponi, insignita della medaglia d’oro al
valor militare. Nella Resistenza le donne combattono non solo per la
liberazione dal nazifascismo ma per una liberazione, più ampia e
completa, dallo stato di minorità imposto loro dalla società maschile.
Nella
Roma e nell’Italia del dopoguerra la partecipazione femminile
all’attività politica è ormai avviata e porterà a importanti conquiste
sociali. È del 1963 la legge che stabilisce la possibilità per le donne
di accedere a tutte le carriere e le professioni pubbliche: la voce non
di una, ma di molte Ortensie potrà di nuovo farsi ascoltare.