Corriere 1.2.18
Bonino: spero che Romano scelga me. E punta a una lista rifugio per i delusi
di Monica Guerzoni
Sabato il lancio con Gentiloni e Calenda. Il ministro: «Paolo ha affinità con Emma»
roma
«Prodi potrebbe votare per me? Io me lo auguro...». Emma Bonino non
pone limiti alla provvidenza elettorale, guarda oltre lo sbarramento del
3% e si gode i sondaggi, che la proiettano a un passo da Paolo
Gentiloni quanto a gradimento degli italiani. I numeri ancora non
premiano la lista +Europa, ma la stima trasversale di cui gode la ex
commissaria Ue potrebbe trasformare il nuovo simbolo nel rifugio di
tanti elettori di centrosinistra, delusi dal Pd a trazione renziana.
Bruno
Tabacci, uno dei fondatori della lista, ritiene che votare per Emma sia
«l’opzione alternativa più naturale per l’elettore di centrosinistra
che il 4 marzo non vuole restare a casa, ma ha avuto riflessi negativi
dal Pd di Renzi». Un voto di opinione che può essere contagioso o una
scelta un po’ elitaria? «Non saremo un fenomeno confinato ai salotti —
spera l’ex assessore a Milano —. Prodi ha fatto riferimento alla
coalizione attorno al Pd e la sua simpatia per Emma non è un mistero».
Sabato
a Roma alla presentazione della lista ci saranno due big del
centrosinistra, Paolo Gentiloni e Carlo Calenda. E guai a insinuare che i
vertici del Pd siano lì per dare una mano a Emma. «Non vorrei sembrare
arrogante, ma non ho capito bene chi sostiene chi — risponde al telefono
Bonino alle sei della sera —. Non sono Gentiloni e il Pd che vengono in
mio soccorso, magari è l’esatto contrario».
Il ministro dello
Sviluppo è nel comitato di sostegno di +Europa e ritiene «cruciale per
il centrosinistra» la presenza nell’alleanza di questa piccola forza.
«Stimo molto Emma — si spende Calenda —. Averla in coalizione è
importantissimo, perché sposta il baricentro del Pd». Perché un elettore
di centrosinistra dovrebbe votare per Bonino e non per Renzi? «Magari
perché +Europa è il fronte più avanzato di europeismo pragmatico, o per
una differenza di gradimento di leadership. Oggi — sottolinea Calenda —
il Pd non è solo Renzi, è anche Gentiloni, il quale ha molta affinità
con Emma».
L’effetto Bonino sembra dunque destinato a crescere,
anche nei sondaggi. Lorenzo Pregliasco di Youtrend quota la lista dei
Radicali e compagni tra l’1 e il 2%: «Può essere una scelta di nicchia,
ma può anche rivelarsi un’alternativa per chi non vuole votare Renzi».
Nando Pagnoncelli va oltre e stima la lista europeista attorno al 2,8%,
in buona parte espresso dai ceti dirigenti: «Potrebbe esserci un flusso
dal Partito democratico alla Bonino». E così la leader radicale, che non
teme il voto utile a vantaggio dei partiti più forti, fa sfoggio di
ottimismo: «Possiamo arrivare anche al 5%. Non so se votare per noi sia
un fenomeno di élite o cosa altro, so che siamo l’unica proposta
diversa, alta e seria, che parla al futuro».
Intervistato ieri da
Il Sussidiario.net sotto il titolo «Tutto pronto per il governo Bonino»,
l’ex direttore de L’Unità Peppino Caldarola prevede che la lista
alleata ruberà consensi ai dem: «Molti elettori del Pd, che non vogliono
votare Renzi ma non vogliono andare più a sinistra o nell’astensione,
troveranno in Bonino un esponente classico dei diritti civili. Può
diventare un polo attrattivo».
La strada da fare è tanta. Calenda
ammette che «la lista è ancora poco conosciuta e i voti andranno
conquistati pezzo per pezzo». Ma Bonino, si sa, è donna battagliera.
Farà campagna in tv e sul digitale, focalizzando la sua attenzione sui
delusi e gli scontenti. «Il mio obiettivo è provare a motivare la marea
di gente che si rifugia nell’astensione, soprattutto giovani — racconta
Bonino —. Voglio far capire ai ragazzi che nel mondo milioni di persone
rischiano ancora la vita per il diritto di voto».