Corriere 19.2.18
Le scelte alternative
I delusi del Nazareno tra Bonino e il Prof Chi vota la coalizione evitando il simbolo pd
di Giuseppe Alberto Falci
ROMA
«Voto la coalizione ma non il Pd». È l’ultima tendenza che si sta
affermando da qualche settimana. È la strategia di chi è rimasto deluso
dalla «rottamazione» di Matteo Renzi, non seguirà la disciplina di
partito, ma soltanto la disciplina di coalizione. Dunque, il 4 marzo per
i delusi del Nazareno la scialuppa di salvataggio si chiamerà o
Insieme, la lista di stampo prodiano, o Più Europa, il contenitore di
Emma Bonino e Bruno Tabacci.
L’elenco dei delusi cresce di giorno
in giorno e ingrossa sempre più le file degli alleati dei democrat. In
cima alla lista c’è certamente Romano Prodi che ha manifestato massimo
apprezzamento per Paolo Gentiloni. Ma per la prima volta l’ex premier,
fondatore dell’Ulivo, non porrà la croce sul Pd ma, per dirla con la sua
portavoce Roberta Zampa, «il professore ha detto: sostegno alla lista
Insieme e alla coalizione».
Franco Monaco, fedelissimo dell’ex
premier e fondatore dell’Asinello, è un altro dei volti storici del
centrosinistra degli ultimi venti anni che ha deciso di abbandonare il
Pd. «Devo ancora decidere», sorride quando risponde al telefono. Salvo
poi aggiungere: «Sono orientato a votare la lista Bonino. D’altronde
quella di Emma è la sola lista collegata al Pd “non civetta”, che può
ottenere il 3%, conquistare una sua autonoma rappresentanza e dunque
portare al centrosinistra un effettivo valore aggiunto. Però in
Lombardia opterò per Gori».
Fra i prodiani corre voce che anche
Silvio Sircana, ex portavoce del professore, sia tentato dalla
pasionaria radicale. Non solo.
Raccontano che Giovanna Melandri
avrebbe confidato alla Bonino che per la prima volta potrebbe non votare
Pd. L’elenco dei delusi annovera anche chi, come Emanuele Macaluso,
negli anni del Pci apparteneva alla corrente dei miglioristi. «Voterò il
centrosinistra. Su questo non c’è dubbio. Nel mio collegio ci sono il
presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ed Emma Bonino. Perciò non avrò
problemi», allarga le braccia Macaluso, storico dirigente di Botteghe
Oscure e fraterno amico di Giorgio Napolitano.
Non a caso lo
stesso Napolitano, in un’intervista al Corriere , ha esaltato il
programma del partito di Emma Bonino: «Un programma per l’Europa,
indubbiamente rigoro-so e circostanziato risulta quello che caratterizza
la lista Più Europa presentata da Emma Bonino anche in autonomia
rispetto alla coalizione di cui fa parte».
Gad Lerner, giornalista
e fino a poco tempo iscritto al Pd, non ha dubbi: «Voterò
centrosinistra e non Pd. Ancora non ho scelto se optare per Insieme o
per la Bonino». Luigi Manconi, senatore dem ed escluso all’ultimo minuto
dalle liste, mette a verbale parole di questo tenore: «Voterò Bonino.
Non posso dire altro».
E poi c’è Carlo Calenda. Il ministro dello
Sviluppo economico ha preso parte al lancio della lista Più Europa e nel
corso dell’iniziativa ha indossato la spilla del partito. Cosa farà?
Ufficialmente non ha svelato le carte. Di certo, fra la radicale e
Calenda corre buon sangue. «C’è feeling», confidano i fedelissimi di
entrambi.