Repubblica 25.1.18
Vent’anni di polemiche
Dolly, la vita quasi normale della pecora nata in provetta
“Creata” da Ian Wilmut nel 1996 a Edimburgo ebbe sei agnellini e molti acciacchi: dall’artrite al tumore
di Silvia Bencivelli
Roma
Ha avuto tre madri, sei figli, quattro gemelle, e migliaia di
telecamere puntate addosso: una vita breve ma intensa, quella della
pecora Dolly. Quando venne alla luce, al Roslin Institute
dell’Università di Edimburgo, era il 5 luglio del 1996: Dolly era il
primo mammifero clonato da un altro mammifero adulto, cioè il primo nato
esattamente identico a un altro già vivente, ed era perciò la
dimostrazione in vello e ossa che quello che fino ad allora era
fantascientifico poteva diventare reale.
Vent’anni dopo Sir Ian
Wilmut, il suo “ creatore”, racconterà che si attesero mesi prima di
pubblicare la notizia. Per essere precisi, fu quindi una domenica di
febbraio del 1997 che Dolly diventò una star. Poco più tardi il ritratto
di lei impettita col suo muso bianco cominciò a essere quello della
pecora più famosa della storia. Ma il muso bianco non è un dettaglio:
delle tre, solo la madre di cui Dolly era il clone, infatti, aveva
questa caratteristica. Da una sua cellula era stato prelevato il nucleo,
che contiene il Dna. Questo nucleo era stato trasferito in una cellula
uovo svuotata del proprio, e che invece proveniva da una pecora dal muso
nero. La cellula uovo era stata attivata e fatta crescere fino a un
preciso stadio embrionale, per poi impiantarla nell’utero di una terza
pecora, anche lei dal muso nero, che aveva fatto, diremmo oggi, da madre
surrogata. Così appena i ricercatori hanno visto il colore bianco del
neonato agnellino hanno subito capito che era la copia della pecora
numero uno. Ed hanno anche avuto una certa ironia nello scegliere il
nome: Dolly è un omaggio alla cantante country Dolly Parton, procace
coniglietta di Playboy, e la cellula che aveva dato la vita alla pecora
era proprio una cellula della ghiandola mammaria.
Dolly, sostiene
il Roslin Institute, “ a parte qualche occasionale apparizione
mediatica, ha condotto una vita normale”. Ha avuto sei agnellini con un
montone di nome David: Bonnie, Sally, Rosie, Lucy, Darcy e Cotton. Ma è
stata anche clonata: meno famose di lei, Daisy, Debbie, Dianna e Denise
sono nate nel 2007, geneticamente uguali a lei e alla sua mamma dal muso
bianco.
Però Dolly non ha mai goduto di buona salute. Quando
aveva un anno ci si accorse che le sue molecole di Dna avevano le
caratteristiche di molecole “ anziane”, e si temette che questo
l’avrebbe fatta invecchiare precocemente. Così non fu. E anche l’artrite
che la colpì nel 2001 fu curata con successo. Ma due anni dopo Dolly
cominciò a tossire e la diagnosi fu implacabile: tumore al polmone. Si
decise perciò di sopprimerla il giorno di San Valentino del 2003. Oggi
Dolly giace, impagliata ma di nuovo fieramente in piedi, al National
Museum of Scotland di Edimburgo.