lunedì 15 gennaio 2018

Repubblica 15.1.17
Intervista a Raffaello Lupi
“I partiti poco interessati. La lotta a chi froda non porta voti anzi li fa perdere”
di R. P.


ROMA. Non si parla di evasione fiscale in campagna elettorale. Perché?
«Perché - risponde il tributarista Raffaello Lupi, docente a Tor Vergata - il bilancio politico sarebbe comunque negativo.
Farebbe perdere i voti di coloro che vengono indicati come colpevoli e non farebbe guadagnare i voti di coloro che non sono interessati al tema perché, lavoratori dipendenti e pensionati pagano direttamente sullo stipendio».
Un mero problema di opportunismo elettorale?
«È evidente. Se l’evasione è spiegata come una colpa di determinate categorie economiche non si può colpevolizzare, bollandola di immoralità e assenza di senso civico una platea di milioni di piccoli commercianti, baristi, ristoratori, artigiani e ambulanti. Concepire l’azione degli uffici tributari come una lotta contro qualcuno, anziché come normale esercizio di una funzione pubblica è controproducente sempre e in campagna elettorale azzera il dibattito, oppure spinge a divagare sulla retorica del “fisco amico”».
Eppure ci sarà un modo per affrontare il problema, visto che siamo a cifre stratosferiche?
«Le basi imponibili degli “autonomi” non saranno mai determinabili con la stessa precisione dei dipendenti, ma una buona omogeneità si può raggiungere. E per farlo ci vuole una presenza sistematica sul territorio di un fisco “non nemico”, che si fa vedere da molti, riservando le rettifiche alle situazioni di minor credibilità. Così si fa dissuasione credibile, senza vessazioni.
Invece gli uffici dell’Agenzia delle entrate solo concentrati nei capoluoghi di provincia, perdendo il controllo valutativo del territorio ».
Il governo uscente comunque rivendica un recupero dell’evasione di oltre 20 miliardi nel 2017.
«Di evasione vera, ovvero di imponibili occultati al fisco, ci sono solo 1-2 miliardi».
Alcune misure, come la fatturazione elettronica, avranno prodotto qualcosa.
O no?
«La fatturazione elettronica sarà anche una buona misura, ma vale business to business, cioè tra le aziende. L’evasione è soprattutto al consumo finale nel commercio, nei locali notturni, nei servizi alla persona, tutti settori dove il controllo non è contabile, ma valutativo, per ordine di grandezza». – (r.p.)