La Stampa 15.1.18
Bonino: discussione aperta con Gori e Zingaretti. Il Pd non è mio nemico, ci saremo anche alle regionali
“Intesa con il Pd ancora possibile ma Renzi ama ballare da solo”
di Francesco Bei
Dal
giorno dell’annuncio di un accordo tecnico-politico con Bruno Tabacci
per non dover raccogliere le firme per la lista +Europa, Emma Bonino è
sparita dai radar. Una brutta influenza, ma soprattutto una riflessione
ancora aperta sull’alleanza con il Pd. La risposta ufficiale a Renzi
sarà data in settimana, dopo un’assemblea pubblica per decidere se
apparentarsi oppure no.
Bonino, a che punto siamo, sarete alleati con il Pd?
«Intanto
dico con chiarezza che +Europa agisce nell’ambito del centrosinistra
senza tentennamenti. Ma sottolineo anche che questa area non si
identifica esclusivamente con il Pd. Da pochi giorni, grazie a Centro
democratico, si è creata una situazione nuova per noi che merita un
supplemento di riflessione. Rimane il fatto, e lo denunceremo in tutte
le sedi, che questa legge elettorale è discriminatoria e ostruzionistica
per chiunque non sia già presente in Parlamento».
Ma se fosse per lei l’alleanza si dovrebbe fare?
«Noi eravamo tesi verso un’altra traiettoria - la raccolta delle firme e la presentazione in solitaria - adesso c’è un reset».
E dunque?
«Che
le devo dire, il Pd non è il mio nemico, gli avversari sono altrove, le
forze antieuropee. Ma dipenderà anche da loro: per ballare il tango
bisogna essere in due. La mia impressione è che il Pd abbia scritto
questa legge che prevede le coalizioni, ma non è tanto nel carattere di
Renzi coalizzarsi».
Ci sarete alle regionali?
«Lo stiamo valutando, l’intenzione è di presentarci. C’è una discussione aperta sia con Gori che con Zingaretti».
Intanto
Paolo Gentiloni a Torino, davanti agli amministratori del Pd, ha fatto
un discorso fortemente europeista. Lo sentite più vicino?
«Gentiloni
è un signore che conosco da sempre, è un convinto europeista. È partito
in sordina ma ha capito che questo paese non aveva più bisogno di una
scossa elettrica quotidiana, semmai di qualcuno che costruisce e
rassicuri. È antica scuola Dc, con i suoi pregi e i suoi limiti. Lo
stimo anche se restano tutte le distanze sull’immigrazione».
Il
governo si è dato da fare con Gentiloni e Minniti. Gli sbarchi si sono
drasticamente ridotti, le agenzie internazionali sono entrate in Libia
per controllare i campi. Stanno provando a governare i flussi
dall’Africa sub-sahariana…
«È certamente importante governare il
flusso di migranti e rifugiati che sulla direttrice Niger/Libia va a
ingrossare il “bottino” umano a disposizione delle milizie. Forse ci
siamo assuefatti ma è bene sottolineare che in questi primi giorni di
gennaio abbiamo avuto almeno duecento persone morte nel Mediterraneo,
mille sono state salvate dalla Guardia costiera e dalle Ong rimaste e
più di settecento sono state riportate dalla Guardia costiera libica in
quei terribili centri di detenzione».
Colpa di Minniti?
«Non
sto dicendo questo, ma queste cifre non mi sembra possano dare adito ad
alcuna auto-esaltazione. Non è un grande successo. Il problema di
Minniti è invece quello di continuare a coltivare un certo sentimento
generale dell’opinione pubblica invece di iniziare un racconto diverso
del fenomeno migratorio».
E voi in caso di vittoria elettorale cosa fareste sull’immigrazione irregolare?
«Gliene
dico una sola. Più Europa vuole risolvere il problema degli oltre 500
mila irregolari che ci sono in Italia con un permesso di soggiorno
temporaneo, rinnovabile solo in caso di effettivo inserimento nel
mercato del lavoro. Più immigrati regolari vuol dire non solo maggiori
entrate previdenziali, ma più sicurezza e più legalità. Conviene a noi
prima che a loro».
In questi giorni è un festival di sparate
elettorali: aboliamo la Fornero, via il canone Rai, flat tax, via il
bollo auto, via le tasse universitarie, più soldi per tutti, giovani e
vecchi. E voi?
«Per noi il problema dei problemi è il debito
pubblico italiano al suo massimo storico. Non partecipiamo a questo
gioco delle bufale, a chi le spara più grosse. Pensate a una famiglia
già super-indebitata che continua ad andare avanti indebitandosi sempre
di più, pagando interessi sempre più onerosi alle banche: arriverà un
giorno alla bancarotta, che lascerà sulle spalle dei figli».
E come si riduce il debito?
«Certo
non aumentando la spesa o abbassando le tasse. Il debito si può ridurre
solo contenendo la spesa. Approfittando della ripresa in atto, noi
proponiamo di congelare la spesa pubblica italiana al livello nominale
del 2017 per tutta la durata della prossima legislatura. Mandare un
segnale così forte ai mercati finanziari equivarrebbe a una polizia
d’assicurazione contro la crisi di fiducia verso la nostra finanza
pubblica».