La Stampa 17.1.18
Addio al tema letterario, la scuola infrange l’ultimo tabù
di Andrea Gavosto
Il
ministero dell’Istruzione ha presentato le nuove linee guida per la
prova di italiano nell’esame di terza media; presto seguiranno
indicazioni simili per la maturità. Le linee guida, che sono il frutto
del lavoro di una commissione guidata da uno dei nostri migliori
esperti, Luca Serianni, infrangono uno degli ultimi tabù della nostra
scuola: il tema letterario, da sempre principale cimento per tutti gli
studenti. Il gruppo di lavoro propone infatti di sostituirlo con tre
tipi di prova: una sintesi ragionata degli elementi essenziali di un
testo; una narrazione costruita a partire da elementi forniti dal
docente (ad esempio, un incipit o un breve racconto da variare,
reinterpretare o arricchire); l’argomentazione di una o più tesi, magari
fra loro contrapposte. Si tratta, appunto, di suggerimenti, che le
commissioni d’esame dovranno poi declinare nella pratica e su cui i
docenti delle medie (e, domani, delle superiori) dovranno costruire la
preparazione degli studenti durante l’anno: ponendo una fortissima
enfasi sulla corretta comprensione dei testi, premessa indispensabile di
qualsiasi esercizio di pensiero e di scrittura, oggi troppo spesso
trascurata, come dimostrano le rilevazioni internazionali.
Le
linee guida consolidano tendenze già in atto: si pensi alla nuova forma
della prova di italiano della maturità, che ha affiancato testi
sintetici e commenti al classico tema - che rimane comunque l’opzione
preferita dagli studenti. È facile prevedere che le novità saranno
accolte dal solito fuoco di sbarramento di chi ritiene intoccabile la
scuola che ha frequentato quarant’anni fa e difende un’astrattissima
visione della creazione linguistica. Sarebbe però un errore non cogliere
la portata delle idee proposte dalla commissione ministeriale. Lo
svolgimento dei temi - su soggetti spesso ampi e mal definiti -
rispecchia infatti una scuola che privilegia la capacità di scrittura
letteraria, l’erudizione, l’argomentazione retorica. Questo tipo di
scuola è stata sicuramente capace di generare grandi scrittori e
scienziati, letterati, giornalisti di spicco: ma si è trattato di
minoranze esigue. Quanti hanno utilizzato la forma del tema nel loro
lavoro e nella vita quotidiana? Molto pochi, c’è da scommettere, anche
fra coloro che della scrittura creativa hanno fatto una professione
Per
contro, riuscire a sintetizzare un discorso, un testo, cogliendone i
nessi fondamentali, è una competenza essenziale al mondo d’oggi, in cui
prevale una (eccessiva) tendenza alla semplificazione di questioni
complesse. Analogamente, a meno che uno non sia Joyce, «creare» testi
nel rispetto di una serie di vincoli è assai più difficile e oggi utile
che scrivere seguendo liberamente il flusso dei propri pensieri. Infine,
ed è forse la parte più preziosa della proposta ministeriale, riuscire
ad argomentare logicamente date determinate premesse - anche quando non
si è d’accordo con la tesi - e capire che, se mutano le premesse, si
modificano anche le tesi è una delle aree in cui la scuola italiana è
più carente. In altri sistemi scolastici sono diffuse le lezioni di
logica argomentativa, le debating chambers, in cui gli studenti si
confrontano su tesi opposte, dissezionando i vari passaggi del discorso,
valutandone la plausibilità e la correttezza, proponendo argomentazioni
contrarie o alternative. Pars destruens e pars construens. Da noi
prevale l’idea di didattica trasmissiva, per cui quello che sostiene il
docente è una verità ricevuta: non ci si allena ad analizzare
criticamente tutto quello che viene insegnato. Certo, l’argomentazione
logica spesso richiede di essere rivestita di una capacità retorica, di
convincimento, in cui la nostra scuola ancora eccelle: ma senza il
rigore critico sottostante, rischia di restare vuota o - peggio -
ingannevole.
Ben vengano dunque le nuove prove di italiano, in
un’epoca in cui siamo circondati da fake news e false retoriche: se i
docenti sapranno seguire le indicazioni, avremo compiuto un passo avanti
nello sviluppare la coscienza critica dei ragazzi.