Il Fatto 17.1.18
Consip, Woodcock-Sciarelli: nessuna fuga di notizie
Il
gip archivia tutto - L’inchiesta sugli scoop del Fatto che dal dicembre
2016 svelarono le indagini sul comandante dell’Arma e sul ministro
Lotti
di Valeria Pacelli
Archiviate le
posizioni del pm Henry John Woodcock e della conduttrice di Chi l’ha
visto?, Federica Sciarelli, indagati dalla Procura di Roma in un filone
dell’inchiesta Consip. Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione
dei pm Paolo Ielo e Mario Palazzi. E così, mentre si chiude una
spiacevole vicenda giudiziaria, per il magistrato partenopeo resta
aperto il fronte del Csm, dove è in corso un procedimento disciplinare.
La
scorsa estate il pm napoletano viene indagato a Roma per rivelazione di
segreto d’ufficio, in seguito alla fuga di notizie per l’articolo del
21 dicembre 2016, firmato da Marco Lillo, con il quale il Fatto svela
l’inchiesta Consip. Nei due giorni seguenti, Lillo rivela anche
l’iscrizione dell’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del
Sette, e quella del ministro dello Sport, Luca Lotti, per rivelazione di
segreto d’ufficio e favoreggiamento.
Inizialmente i pm romani si
convincono che Woodcock abbia passato, attraverso la Sciarelli, notizie a
Lillo, il quale ha sempre negato la circostanza. Gli elementi in mano
ai magistrati: le celle telefoniche dei cellulari di Lillo e Sciarelli
che, il 20 dicembre 2016, agganciano entrambi a piazza Mazzini a Roma.
Circostanza spiegata dal semplice fatto che la sede lavorativa della
Sciarelli e l’abitazione di Lillo si trovano nella stessa zona. Poi ci
sono i contatti telefonici tra i due, sempre il 20 dicembre, giorno in
cui Lillo scrive il primo articolo sulle perquisizioni in Consip,
pubblicato il giorno dopo. In realtà, come ha spiegato Lillo, quel
giorno chiama la Sciarelli solo per sapere dove si trovasse Woodcook e
avere un ulteriore riscontro della sua presenza a Roma. Nulla di più. La
conduttrice di Chi l’ha visto? a quel punto richiama Lillo per dirgli
che il pm le aveva riferito di non essere a Roma. Quando viene
interrogato, il 7 luglio, Woodcock nega di essere la fonte. Poi spiega
che il 20 dicembre, dopo esser stato chiamato dal maggiore del Noe
Gianpaolo Scafarto, arriva a Roma alle nove di sera. Il maggiore gli
riferisce che l’ex Ad di Consip, Luigi Marroni, aveva iniziato a
rispondere agli investigatori. Si recano nella sede del Noe e continuano
l’interrogatorio. Poi il pm torna a Napoli e – solo l’indomani –
iscrive nel registro degli indagati Del Sette e Lotti. Ritorna così a
Roma per consegnare il fascicolo ai colleghi, ai quali, nel frattempo ha
trasferito l’inchiesta per competenza. Dagli accertamenti della Procura
emerge che mai, in questi due giorni, vi siano stati contatti con
Lillo.
Woodcock archiviato anche per il concorso in falso con
Scafarto nella parte d’informativa del 9 gennaio, quella che riguarda i
servizi segreti, dove – nonostante gli accertamenti avessero già
smentito la circostanza – era stata accreditata la presenza di 007
davanti agli uffici della Romeo Gestioni. Il pm napoletano, durante
l’interrogatorio, ha spiegato ai colleghi di aver suggerito alla polizia
giudiziaria di scrivere un capitolo sui servizi segreti, ma di non aver
saputo che gli accertamenti ne avevano escluso la presenza.
L’archiviazione
del pm è stata inviata dalla Procura anche al Csm, dove sono due le
contestazioni mosse a Woodcock. La prima riguarda la mancata iscrizione,
nel registro degli indagati, di Filippo Vannoni, presidente della
fiorentina Publiacqua, indicato da Luigi Marroni tra gli autori della
fuga di notizie verso i vertici della Consip. A differenza di Vannoni,
infatti, gli altri nomi citati da Marroni (Lotti, i generali Del Sette e
Saltalamacchia) vengono iscritti. E così Vannoni, a Napoli, non viene
interrogato da indagato, ma come persona informata sui fatti, in assenza
di difensore. A Roma sarà invece iscritto per favoreggiamento. La
seconda accusa riguarda invece un articolo pubblicato il 13 aprile 2016
da Repubblica nel quale si riportava un commento virgolettato del pm su
un episodio di falso che, la procura di Roma, ha contestato a Scafarto.