lunedì 15 gennaio 2018

La Stampa 15.1.18
“La Cei ha un ruolo politico e benedice le larghe intese”
di Fed. Cap.


Roberto Calderoli, senatore della Lega e vicepresidente del Senato, ha passato una «brutta domenica tra sondaggi e proiezioni elettorali». E la lettura su La Stampa delle parole del presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, «non ha aiutato», ammette al telefono.
Calderoli, cos’è che non le è piaciuto delle parole di Bassetti?
«Mi è sembrata una benedizione, sì, ma delle larghe intese. Qualcuno nel Paese spinge perché non vinca nessuno alle prossime elezioni e si torni a Gentiloni. La Chiesa, in questo gioco, fa la sua parte. Non hanno fatto i conti con i sondaggi, però, che ci vedono al governo».
Le è sembrato che venisse chiamata in causa la Lega quando Bassetti ha espresso «timore per chi soffia sul fuoco della rabbia sociale»?
«Semmai “ben svegliato”, direi al cardinale Bassetti. Il rancore sociale c’è da anni. Si poteva alzare quando c’era il governo Monti».
Il rapporto con la Cei non sembra idilliaco. Se il centrodestra arrivasse al governo, instaurerete un dialogo?
«Con il predecessore di Bassetti, il cardinal Bagnasco, ho avuto ottimi rapporti. Ci si confrontava spesso e sentivo il dovere di ascoltare i vescovi su temi particolarmente delicati come la riforma costituzionale. Se sento un cardinale che parla da politico, però, mi dimentico persino l’indirizzo della Cei. Sono anche convinto, però, che se si spiegassero a Bassetti i punti del nostro programma, cambierebbe idea».
Le distanze sembrano incolmabili su migranti e Ius soli. Bassetti parla di paura e di rigurgito xenofobo. È così?
«Certi discorsi me li aspetto dal vecchio compagno di sinistra al bar. Quella legge proposta dal Pd era scritta male e tutta la polemica che ne è seguita è una presa in giro. Sembra quasi che il presidente dei vescovi non abbia letto il testo».
La Cei sostiene che in questa campagna elettorale si stanno promettendo miracoli e inutili abrogazioni di leggi. È una leggerezza che riconosce?
«Si vogliono contestare le abrogazioni a me, che da ministro bruciai 375 mila leggi? Le dirò di più, ne avrei bruciate altre centomila di natura fiscale, se avessi potuto. Il mio obiettivo adesso sarà intervenire con il lanciafiamme proprio in quegli ambiti. Bassetti magari non conoscerà i meandri della burocrazia, ma io so cosa bruciare».